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Le mosse di Xi

Xi sta scommettendo da protagonista su una partita geopolitica e diplomatica: quella di poter essere il mediatore riguardo al conflitto in Ucraina fra Kiev e Mosca

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Le mosse di Xi

Xi sta scommettendo da protagonista su una partita geopolitica e diplomatica: quella di poter essere il mediatore riguardo al conflitto in Ucraina fra Kiev e Mosca

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Xi sta scommettendo da protagonista su una partita geopolitica e diplomatica: quella di poter essere il mediatore riguardo al conflitto in Ucraina fra Kiev e Mosca

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Xi sta scommettendo da protagonista su una partita geopolitica e diplomatica: quella di poter essere il mediatore riguardo al conflitto in Ucraina fra Kiev e Mosca

Il cinese va letto sempre con una certa attenzione, nei dettagli e anche fra le righe. Ieri il presidente della Cina Xi Jinping ha ricevuto – il che non accade quasi mai nei protocolli istituzionali – non il suo omologo americano Joe Biden bensì il segretario di Stato Usa Antony Blinken, da alcuni giorni in visita ufficiale nel Paese del Dragone. La stessa, insolita cosa era accaduta poco tempo fa a Pechino con il ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov.

Due segnali non fanno una prova, ma certo affermano una tendenza politica. Al di là delle dichiarazioni ufficiali dello stesso Xi Jinping e della nomenclatura cinese che conta, è infatti molto probabile che il presidente comunista stia scommettendo da protagonista su una partita geopolitica e diplomatica: quella di poter essere il mediatore riguardo al conflitto in Ucraina fra Kiev e Mosca. Ovviamente le mediazioni nella vita non sono mai gratis e neppure scontate, figuriamoci in geopolitica e fra potenze. E così, mentre la diplomazia (sotto traccia ma neppure troppo) prosegue il proprio lavorio, l’Occidente deve mettere in conto che un ruolo da protagonista della Cina in una eventuale pace sull’Ucraina avrà comunque un prezzo. Più influente sarà il ruolo di Pechino e più la contropartita richiesta risulterà salata. Ci sarà la questione di Taiwan (ferma restando la linea invalicabile della sua indipendenza, ma magari disarmata?) e ci saranno i temi dello sviluppo economico, quelli di cui – fra le altre cose – ha parlato ieri Xi Jinping dopo l’incontro con Blinken, sottolineando che Washington non deve avere paura dello sviluppo della Cina.

Nelle parole che ha usato il presidente cinese è stato molto cauto ma chiaro: «Ho proposto tre princìpi fondamentali: rispetto reciproco, coesistenza pacifica e cooperazione vantaggiosa per tutti. L’ho già detto molte volte: la Terra è abbastanza grande perché la Cina e gli Stati Uniti possano svilupparsi e prosperare. La Cina sarebbe felice di vedere gli Stati Uniti fiduciosi, aperti, prosperi e in crescita. Ci auguriamo che anche gli Stati Uniti possano avere una visione positiva dello sviluppo della Cina. Quando questo problema fondamentale sarà risolto, le relazioni potranno davvero stabilizzarsi, migliorare e andare avanti». Parole che confermano come, nonostante le forti tensioni e le reciproche diffidenze fra Cina e Stati Uniti, Xi Jinping abbia deciso da tempo di giocare la sfida di grande player geopolitico globale.

Vista dalla Russia, questa attività diplomatica cinese a 360 gradi, aperta al confronto con l’America, non è certo una prospettiva rassicurante. Grazie agli accordi commerciali stretti soprattutto con la Cina, Mosca sta infatti sostenendo un’economia che è sempre più di guerra. Una mediazione di Pechino sulla Russia – quindi con pressioni politiche e leve economiche per arrivare a una pace nel conflitto in Ucraina – finirebbe con il mettere in scacco la strategia che Putin ha finora adottato.

Non a caso, nei giorni della vista di Blinken in Cina è arrivata da Mosca la notizia che a maggio il presidente russo Vladimir Putin si recherà anch’egli nel Paese del Dragone per incontrare Xi Jinping. Dal punto di vista politico e dei rapporti fra russi e cinesi, appaiono interessanti le parole impiegate dallo zar per dare la notizia. Annunciando la sua visita, Putin ha infatti definito il leader cinese «un amico» e «un vero uomo». Da sottolineare anche il contesto nel quale Putin ha scelto di dare la notizia del suo nuovo incontro con Xi Jinping (il terzo in presenza, in un anno o poco più): il congresso a Mosca dell’Unione degli industriali e imprenditori. Per capire meglio il significato di questo contesto, parliamo di soldi e di economia: nel 2023 l’interscambio bilaterale fra Cina e Russia ha toccato la cifra record di 240 miliardi di dollari.

di Massimiliano Lenzi

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