Ucraina, missile russo vicino all’auto di Zelensky a Odessa: 5 morti
Un missile russo è caduto ieri a poca distanza dal corteo d’auto del presidente ucraino Volodymyr Zelensky a Odessa
Ucraina, missile russo vicino all’auto di Zelensky a Odessa: 5 morti
Un missile russo è caduto ieri a poca distanza dal corteo d’auto del presidente ucraino Volodymyr Zelensky a Odessa
Ucraina, missile russo vicino all’auto di Zelensky a Odessa: 5 morti
Un missile russo è caduto ieri a poca distanza dal corteo d’auto del presidente ucraino Volodymyr Zelensky a Odessa
Un missile russo è caduto ieri a poca distanza dal corteo d’auto del presidente ucraino Volodymyr Zelensky a Odessa
Kropyvnytskyj, Ucraina – Cinque persone sono morte nel brutale attacco russo contro Odesa che per poche centinaia di metri non ha colpito ieri anche il presidente ucraino Volodymyr Zelenskyj e Il primo ministro greco Kyriakos Mitsotakis, in visita ufficiale.
Quest’ultimo aveva scelto proprio Odesa – e non la Capitale- come omaggio all’antico legame che lega ucraini e greci a questi luoghi (in cui s’era recato già due anni fa, all’inizio d’aprile, il ministro degli esteri greco Nikos Dendias) e per rimarcare l’importanza di mantenere aperto il corridoio del grano faticosamente riaperto da Kyiv nel Mar Nero. Visitata la cattedrale distrutta dai russi lo scorso luglio e la zona portuale, i due leader avevano deposto un mazzo di fiori sulle macerie del palazzo di nove piani centrato sabato da un drone russo in cui morirono 12 persone (di cui 5 bambini).
A bordo del convoglio con cui si stavano spostando per le strade d’Odesa, Zelensky e Mitsotakis hanno visto sollevarsi l’enorme fungo causato dall’esplosione d’un missile (forse un Iskander-M o un Onyx) caduto a circa 500 metri da loro.
«Abbiamo sentito il suono della sirena e delle esplosioni molto vicine a noi. Non abbiamo avuto il tempo d’andare in un luogo sicuro. È stata un’esperienza impressionante» dirà Mitsotakis, nel corso della conferenza stampa congiunta.
Mosca non è nuova ad attacchi brutali simili, condotti in occasione d’incontri istituzionali importanti: un mese esatto fa documentavamo un altro violento attacco russo a Kyiv nel momento in cui era presente il capo della diplomazia europea Josep Borrell, mentre il 29 aprile scorso atrovare miracolosamente riparo in un bunker fu il segretario generale dell’Onu Antònio Guterres.
Improbabile che a Mosca non sapessero della visita del leader d’un Paese membro della Nato a Odesa, così come erano noti gli ampi margini d’errore di quei missili e le possibili conseguenze di tale scellerata azione. La città portuale ucraina non è difesa dagli stessi sistemi antiaerei che proteggono la Capitale. Sei giorni dopo essersi ritirata dalla Black Sea Grain Initiative, lo scorso 23 luglio Mosca centrò in pieno la cattedrale della Trasfigurazione. Da quel momento, lanciò contro Odesa oltre 170 missili e 880 droni.
Quanto accaduto ieri mostra la brutalità con cui il terrorismo russo irrompe nelle nostre vite e pone dinnanzi agli occhi dell’Occidente questioni di sicurezza fondamentali da affrontare con la massima urgenza. Difendere l’Ucraina significa non cedere al ricatto del nemico delle nostre democrazie.
di Giorgio Provinciali
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