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Bombe sulla “pace perpetua”

Il filosofo Kant formulò per la prima volta nella storia l’idea di una confederazione di Stati, a regime repubblicano, per porre termine all’anarchia dei rapporti tra popoli.
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Bombe sulla “pace perpetua”

Il filosofo Kant formulò per la prima volta nella storia l’idea di una confederazione di Stati, a regime repubblicano, per porre termine all’anarchia dei rapporti tra popoli.
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Bombe sulla “pace perpetua”

Il filosofo Kant formulò per la prima volta nella storia l’idea di una confederazione di Stati, a regime repubblicano, per porre termine all’anarchia dei rapporti tra popoli.
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Il filosofo Kant formulò per la prima volta nella storia l’idea di una confederazione di Stati, a regime repubblicano, per porre termine all’anarchia dei rapporti tra popoli.

Nel marzo 2015 un gruppuscolo di inutili idioti (russi, ma la stupidità non ha confini ed etnie) imbrattò con lo spray il muro della casa natale di Immanuel Kant, con la scritta: “Kant è una testa di rapa”. La vecchia casa del filosofo si trova a Kaliningrad, una enclave della Federazione russa sul Mar Baltico, al confine con la Polonia, la Lituania e la Bielorussia.  Fino al 1946 si chiamava col suo nome originale, Konigsberg, città tedesca, un tempo capoluogo della Prussia orientale. Lì, nel 1724, nacque Kant, e lì visse, studiò, insegnò e scrisse fino alla sua morte nel 1804. Non andò mai fisicamente più in là di una cinquantina di chilometri, ma il suo pensiero è nell’eternità. Un umile consiglio agli insegnanti: fate leggere ai vostri studenti una delle sue opere meno pubblicizzate ma, oggi, di fondamentale interesse: Progetto per una pace perpetua. Scritto nel 1795il filosofo formulò per la prima volta nella storia l’idea di una confederazione di Stati, a regime repubblicano, per porre termine all’anarchia dei rapporti tra popoli, la quale assicura tutt’al più una situazione di sospensione della guerra, ma non le condizioni per una pace definitiva. Egli giunse a una formulazione chiara di alcuni dei principi che, un secolo e mezzo più tardi, avrebbero ispirato il progetto europeista.

Kant partiva dall’ipotesi di una situazione primordiale dell’umanità, fin dalle origini, di guerra permanente di tutti contro tutti: una condizione da cui si poteva uscire solo dando vita a un’istituzione che controllasse la naturalità, (qualità di ciò che è naturale), rinunciando a una porzione della propria individuale libertà per garantirsi in cambio la sicurezza. Il rapporto tra gli Stati continuava però a configurarsi ancora come quello degli individui nello “stato di natura”, ossia in una condizione permanente di guerra potenziale. Nel 1795 non esistevano le premesse razionali di una pace perpetua, ossia dell’eliminazione delle cause potenziali di conflitto, perché tra Stati non vi era nessun contratto reciproco vincolante.

Kant immaginò dunque una soluzione per l’uscita dallo stato di natura anche degli Stati e non solo degli individui. Formulò così l’ipotesi di una confederazione permanente. Tuttavia, Kant pensò di poter limitare l’assoluta sovranità degli Stati attraverso l’interesse degli individui. Una tale confederazione può funzionare, infatti, solo con Stati con Costituzione repubblicana. Attenzione: Kant non intendeva il termine “repubblicano” secondo la moderna accezione, come contrario di regime “monarchico”, bensì di regime dispotico, fondato però, necessariamente, sulla separazione dei poteri legislativo ed esecutivo.

Il suo, non si configurava, come potrebbe apparirci oggi, come un progetto utopistico, perché poneva, di fatto, i rapporti internazionali per la prima volta sotto la sfera razionale del diritto, sottraendoli all’arbitrio dei sovrani e alla concezione proprietaria dello Stato, allora ancora preminente. Ah, ne avessimo di simili “teste di rapa”!

  di Andrea Pamparana

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