Sostiene Lucio Caracciolo, direttore di “Limes” col torcicollo a Oriente, che Putin avrebbe ottenuto «tre grandi risultati: torna protagonista della scena globale, impedisce a Kiev l’ingresso nella Nato, incide sulla sicurezza europea». A noi pare il contrario.
Grazie alla sua improvvida strategia si è affermato il principio che per essere difeso dall’Occidente non devi per forza far parte della Nato, tanto che un eventuale ingresso ufficiale dell’Ucraina diventa a questo punto irrilevante. Non è tutto.
Stati Uniti e Unione europea hanno dimostrato una grande compattezza, ritrovando nel no secco e monocorde alle pretese di Putin un collante da tempo smarrito. Questa crisi è poi servita all’Ue anche da propellente per accelerare una strategia di uscita da forme pericolose di dipendenza energetica.
L’errore adesso sarebbe voler stravincere, umiliando il presidente di un Paese che ha un Pil inferiore a quello dell’Italia e che dispone solo di gas e materie prime. Putin sarà pure tornato protagonista della scena globale, ma lo vada a spiegare ai confliggenti suoi apparati militare e oligarchico.
di Vittorio Pezzuto
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