Indignati a perdere (tanto tempo)
La tv trash è un format televisivo che funziona grazie agli scandali. Perdiamo tempo ad analizzare comportamenti di personaggi che non dovrebbero essere d’esempio.
Indignati a perdere (tanto tempo)
La tv trash è un format televisivo che funziona grazie agli scandali. Perdiamo tempo ad analizzare comportamenti di personaggi che non dovrebbero essere d’esempio.
Indignati a perdere (tanto tempo)
La tv trash è un format televisivo che funziona grazie agli scandali. Perdiamo tempo ad analizzare comportamenti di personaggi che non dovrebbero essere d’esempio.
La tv trash è un format televisivo che funziona grazie agli scandali. Perdiamo tempo ad analizzare comportamenti di personaggi che non dovrebbero essere d’esempio.
Ci indigniamo ma poi continuiamo a guardare. La sesta edizione del “Grande Fratello Vip” è appena iniziata e già attira l’attenzione, almeno per quanto riguarda le polemiche che da sempre si accendono su una certa tv trash. Ancora prima del via c’erano state quelle su Tommaso Eletti, già concorrente di “Temptation Island” dove aveva brillato per la sua concezione della donna: bikini vietati, così come qualsiasi altro vezzo, manco fossimo tornati di botto a decenni fa. Eppure ha 20 anni, il ragazzo.
Ora tocca a Katia Ricciarelli, una che dovrebbe sapere come funziona il mondo televisivo e che è invece riuscita a infilare insulti omofobi e a dare delle “paralitiche” ad altre concorrenti davanti a Manuel Bortuzzo, l’ex nuotatore rimasto sulla sedia a rotelle. Un disastro, da certi punti di vista; da altri, invece, esattamente quello che ci si aspettava. Perché per quanto esecrabili siano certi comportamenti, è abbastanza fastidiosa la finta indignazione di chi ogni anno passa i mesi a denunciare questo o quell’atteggiamento di personaggi che francamente non dovrebbero in ogni caso essere presi a modello neanche per un secondo.
E poi, davvero non abbiamo capito che è proprio questo scavare nel profondo del trash a garantire il successo di certi format? Lo scandalo fa ascolti, piaccia o no. Chi ne parla, storcendo il naso, alla fine non fa altro che aumentarne la popolarità. Sarebbe forse più costruttivo proporre programmi di qualità. Ma in tv l’unica legge è quella degli ascolti. Aridatece Giorgio Gaber.
di Annalisa Grandi