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La Storia si riscrive, ma con le fonti

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In seguito alle polemiche nel Giorno del Ricordo, dedicato alla commemorazione delle vittime delle Foibe, è bene rammentare che la Storia si scrive e riscrive in continuazione. Tutto può sempre essere ribaltato, naturalmente sulla base dei documenti, non certo dei pregiudizi.

La Storia si riscrive, ma con le fonti

In seguito alle polemiche nel Giorno del Ricordo, dedicato alla commemorazione delle vittime delle Foibe, è bene rammentare che la Storia si scrive e riscrive in continuazione. Tutto può sempre essere ribaltato, naturalmente sulla base dei documenti, non certo dei pregiudizi.
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La Storia si riscrive, ma con le fonti

In seguito alle polemiche nel Giorno del Ricordo, dedicato alla commemorazione delle vittime delle Foibe, è bene rammentare che la Storia si scrive e riscrive in continuazione. Tutto può sempre essere ribaltato, naturalmente sulla base dei documenti, non certo dei pregiudizi.
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Che noia le polemiche sempre uguali. Che noia quelle sulle ricorrenze. Nella noia, però, saltabeccando dalla Liberazione alle Foibe, c’è un contenuto meno noioso e assai più pesante, a carico dei quattro animatori di tali scontri. La Storia si scrive e riscrive in continuazione. L’indagine delle fonti e la ricerca di nuove non si fermano mai. Non ci sono sacrari inviolabili, non esistono temi inaffrontabili. Tutto può sempre essere ribaltato, naturalmente sulla base dei documenti, non certo dei pregiudizi. A un certo punto un Tale, dimenticabilissimo nome di presunto storico, sostenne di potere dimostrare che i campi nazisti non erano di sterminio e non c’erano camere a gas. Lo si è stati ad ascoltare, si sono guardate le fonti e lo si è mandato a farsi dimenticare. Il guaio è che certuni sono convinti che la Storia abbia una direzione di marcia, verso sempre più nobili orizzonti. E ne sono convinti a dispetto del fatto che quegli orizzonti sono opposti. Hanno in comune l’idea che la Storia abbia una missione, si dividono nel credere che consista nel dare loro ragione. Son questi fregni buffi che pretendono di cancellare dalla Storia quel che ne altera il trionfale cammino, sicché eccoli lì, sempre più rintronati, a dirsi che la Resistenza fu di un colore e non possono unirsi gli altri, che il fascismo aveva torto quindi le Foibe non esistono. La sola cosa interessante è sapere ove abbiano delle cattedre, dove insegnino, in modo da non andarci e suggerire di non spenderci un centesimo d’iscrizione.   Di Sofia Cifarelli

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