app-menu Social mobile

Skip to main content
Scarica e leggi gratis su app

Non coscienti

La richiesta di Mattarella ai magistrati non è un invito e neppure un appello. Si tratta di un’istanza formale perché così il pianeta giustizia non può più andare avanti.
| ,

Non coscienti

La richiesta di Mattarella ai magistrati non è un invito e neppure un appello. Si tratta di un’istanza formale perché così il pianeta giustizia non può più andare avanti.
| ,

Non coscienti

La richiesta di Mattarella ai magistrati non è un invito e neppure un appello. Si tratta di un’istanza formale perché così il pianeta giustizia non può più andare avanti.
| ,
| ,
La richiesta di Mattarella ai magistrati non è un invito e neppure un appello. Si tratta di un’istanza formale perché così il pianeta giustizia non può più andare avanti.
Singolare Paese, il nostro. C’è un capo dello Stato in scadenza di mandato che, in quanto presidente del Consiglio superiore della magistratura, si rivolge alle toghe chiedendo loro di mettere definitivamente da parte «autoreferenzialità e protagonismo» e varare una riforma del Csm che recida il bubbone del correntismo.

Non un invito e neppure un appello: piuttosto una richiesta formale perché così il pianeta giustizia non può più andare avanti.

L’informazione, salvo alcune lodevoli eccezioni, tratta la questione come una rituale sortita presidenziale; la colloca nelle pagine interne dei giornali; concede passaggi tv quasi in ossequio a una routine di cortese riguardo. Ma la cosa più stupefacente è l’atteggiamento delle toghe che non fanno una piega nonostante le scorie di recenti vicende abbiano procurato un colpo di maglio all’autorevolezza e al prestigio dei magistrati, con i cittadini sempre più sconcertati e senza che nulla si sia mosso per modificare l’andazzo. Quasi mostrando sufficienza per la possibilità che anche stavolta le parole del capo dello Stato abbelliranno le raccolte degli interventi ufficiali e poi cadranno nel vuoto come sempre. Rattrista e inquieta che l’allarme non venga recepito. È servita la frustata della Ue sulla improcrastinabilità della riforma della giustizia per costringere governo e Parlamento a intervenire.

In quella circostanza la voce dei magistrati si è levata soprattutto per criticare la riforma: è questa la strada giusta? La risposta è no.

Trattare le parole del presidente della Repubblica come sussulto di formalità senza provare a dare loro seguito concreto, va in direzione opposta alla necessità di «rivitalizzare le radici deontologiche» della magistratura reclamate da Sergio Mattarella. Un Consiglio riformato non è più una scelta: è diventato un obbligo, perché lasciare tutto come ora risulterebbe tanto consolatorio quanto ipocrita. Invece il tempo della riforma è adesso, al tempo del governo Draghi che, salvaguardando l’autonomia delle toghe, grazie alla competenza della Guardasigilli Marta Cartabia può garantire una opportuna e qualificata interlocuzione a livello istituzionale. C’è di più. Il monito di Mattarella andrebbe raccolto senza indugi anche perché all’orizzonte si profilano referendum sul Csm e altri delicati terreni giudiziari – dalla separazione delle carriere alla responsabilità civile dei magistrati – che se ammessi dalla Consulta possono alzare a dismisura la radicalizzazione sui temi giudiziari. Sarebbe un’ulteriore e forse decisiva spinta alla delegittimazione se a determinare la riforma del Consiglio fossero costretti i cittadini e non chi è costituzionalmente delegato a farlo.   Di Carlo Fusi

La Ragione è anche su WhatsApp. Entra nel nostro canale per non perderti nulla!

Leggi anche

Trump dà la sveglia all’Europa: aumentare le spese per la Nato

30 Dicembre 2024
La Nato pronta ad alzare la soglia minima di spese militari al 3,5% del Pil. È l’ultima occasion…

Via libera definitivo alla Legge di Bilancio, il Senato approva con 108 ‘sì’

28 Dicembre 2024
Il Senato ha approvato la Legge di Bilancio. La manovra incassa la fiducia con 108 voti a favore…

Milano mette al bando il fumo all’aperto dall’1 gennaio 2025

26 Dicembre 2024
Anno nuovo e nuovi divieti a Milano dove dall’1 gennaio 2025 sarà praticamente proibito fumare a…

La giornata nazionale in memoria delle vittime di errori giudiziari e le polemiche

26 Dicembre 2024
Non sta suscitando l’attenzione che meriterebbe la proposta, avanzata da diverse forze politiche…

Iscriviti alla newsletter de
La Ragione

Il meglio della settimana, scelto dalla redazione: articoli, video e podcast per rimanere sempre informato.

    LEGGI GRATIS La Ragione

    GUARDA i nostri video

    ASCOLTA i nostri podcast

    REGISTRATI / ACCEDI