Bang, bang. Il rumore degli spari non è mai piacevole. Per questo i colloqui in corso a Ginevra fra Stati Uniti e Russia sulla questione Ucraina non sono un dettaglio. Sul tavolo ci sono almeno tre fattori decisivi per l’equilibrio nel continente europeo:
1. Evitare un conflitto in Ucraina; 2. Farlo arrivando a un accordo che duri; 3. Garantire la sicurezza in Europa perché una guerra a Kiev e dintorni significherebbe minarla. Ieri, a Ginevra, si è tenuto il faccia a faccia tra il viceministro degli Esteri russo, Sergej Rjabkov e il sottosegretario di Stato americano, Wendy Sherman. Novità poche ma molta interlocuzione.
Nelle prossime ore l’agenda della distensione (sperata) prevede due impegni chiave: il confronto alla Nato il 12 gennaio a Bruxelles e il giorno dopo quello all’Osce, l’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa, di cui fanno parte anche l’Ucraina e la stessa Russia. Al di là delle consuetudini della diplomazia, il tema è soprattutto uno: evitare l’invasione russa dell’Ucraina e trovare un compromesso a Est, in Europa, tra mondo occidentale e mondo putiniano. In una situazione come questa azzardare previsioni apparirebbe esercizio da chiromanti.
Meglio scommettere sul pessimismo, razionale ma non catastrofico. È quello che ha fatto appunto il segretario di Stato americano, Antony Blinken, che intervistato dalla Cnn ha spiegato: «Non penso che vedremo alcun passo avanti in questa settimana». Una frase che, ribaltata, suona persino ottimista: neppure passi indietro.
di Massimiliano Lenzi
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