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Se il mito non sopravvive al protagonista

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Non è cosa nuova che grandi cantanti finiscano per sviluppare rapporti controversi con le loro canzoni di maggiore successo. Bono, storico frontman degli U2, è andato decisamente oltre, dichiarando di non amare per niente il nome della band e di non sopportare molte delle canzoni.

Se il mito non sopravvive al protagonista

Non è cosa nuova che grandi cantanti finiscano per sviluppare rapporti controversi con le loro canzoni di maggiore successo. Bono, storico frontman degli U2, è andato decisamente oltre, dichiarando di non amare per niente il nome della band e di non sopportare molte delle canzoni.
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Se il mito non sopravvive al protagonista

Non è cosa nuova che grandi cantanti finiscano per sviluppare rapporti controversi con le loro canzoni di maggiore successo. Bono, storico frontman degli U2, è andato decisamente oltre, dichiarando di non amare per niente il nome della band e di non sopportare molte delle canzoni.
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Non è cosa nuova e neppure rara che grandi cantanti finiscano per sviluppare rapporti controversi, se non proprio di odio-amore, con le loro canzoni di maggiore successo. Citeremo l’esempio classico di Francesco De Gregori che nei suoi live trasforma gli arrangiamenti dei pezzi più noti, pur di evitare l’effetto jukebox con il pubblico. Scelta legittima ma pur sempre opinabile, considerato che “La donna cannone” in salsa mazurca difficilmente sarebbe diventata una hit. Bono, storico leader e frontman degli U2, è però andato decisamente oltre, dichiarando in un’intervista – concessa per il podcast di “Hollywood Reporter” – di non amare per niente l’iconico nome della band. “U2”, ha ricordato, doveva ovviamente richiamare l’aereo spia degli anni Cinquanta e Sessanta e apparire futurista, ma oggi non ha più senso. Bono va oltre e aggiunge di non sopportare più molte delle canzoni della band. Per sovrapprezzo o coerenza spinta all’estremo, la star irlandese sostiene di non amare la sua stessa voce e di essere diventato un vero cantante solo di recente. Quanto ai brani, salva “Miss Sarajevo” con Luciano Pavarotti (e sin qui) e “Vertigo” (e qui ci perdiamo, francamente). E gli altri, compresi capolavori riconosciuti inseriti in album come “War” e “The Joshua Tree”?! «Lavori di cui non di rado mi vergogno, costringendomi a spegnere la radio» ha confessato Bono. Non tanto per il sound sempre bello, ha spiegato subito dopo, ma per l’impatto della sua voce sui brani. Sarà (l’età?!).   Di Marco Sallustro

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