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Sul ring a difendere Kiev

Anche i campioni sportivi ucraini partono in guerra per difendere la propria città dall’attacco russo. Campioni dei pesi massimi di pugilato come Vitali e Wladimir Klitschko sono ora nella riserva militare, in risposta alla chiamata alle armi del Ministero della Difesa ucraino.
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Sul ring a difendere Kiev

Anche i campioni sportivi ucraini partono in guerra per difendere la propria città dall’attacco russo. Campioni dei pesi massimi di pugilato come Vitali e Wladimir Klitschko sono ora nella riserva militare, in risposta alla chiamata alle armi del Ministero della Difesa ucraino.
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Sul ring a difendere Kiev

Anche i campioni sportivi ucraini partono in guerra per difendere la propria città dall’attacco russo. Campioni dei pesi massimi di pugilato come Vitali e Wladimir Klitschko sono ora nella riserva militare, in risposta alla chiamata alle armi del Ministero della Difesa ucraino.
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Anche i campioni sportivi ucraini partono in guerra per difendere la propria città dall’attacco russo. Campioni dei pesi massimi di pugilato come Vitali e Wladimir Klitschko sono ora nella riserva militare, in risposta alla chiamata alle armi del Ministero della Difesa ucraino.
Sono sulla lista russa dei 24 obiettivi da eliminare, manipolo di indesiderati che comprende anche il presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelensky. «Loro possono avere le armi più potenti del mondo, noi siamo pronti a morire» ha spiegato Vitali Klitschko, sindaco di Kiev. Con il fratello minore Wladimir sino a qualche anno fa era sul ring per il titolo mondiale dei pesi massimi di pugilato. Sono identici, leggende con dottorati appesi al muro, parlano diverse lingue. Ora sono nella riserva militare: ci è entrato prima Wladimir, da poco Vitali, in risposta alla chiamata alle armi per i maggiorenni del Ministero della Difesa ucraino. Come loro Vasiliy Lomachenko, doppia medaglia d’oro olimpica e campione del mondo dei pesi leggeri e il campione dei pesi massimi Oleksandr Usyk. Hanno già perduto la vita altri sportivi nazionali come l’attaccante Dima Martynenko, capocannoniere in seconda divisione, ucciso assieme alla madre da una bomba sulla sua abitazione e così, in battaglia, un altro giovane calciatore e un biathleta. Vitali è tra i boxeur più forti dell’ultimo ventennio, noto come Dr. Ironfist per la potenza del suo pugno. Anche Wladimir è un ex campione, nel luglio 2011 i fratelli Klitschko erano in possesso dei quattro titoli mondiali dei pesi massimi. Poco dopo sono entrati nella Hall of Fame della boxe. Vitali si è avvicinato alla politica nel 2006, perdendo il primo round per l’elezione a sindaco della capitale ucraina. Quattro anni dopo fonda Alleanza democratica ucraina per le Riforme (Udar) che diventerà un partito di opposizione, nel 2012 il seggio in Parlamento, nel 2014 diventa primo cittadino di Kiev. In precedenza era stato una figura centrale nelle proteste degli attivisti ucraini contro il cattivo governo – accusato di contiguità con Mosca – di Viktor Yanukovych, che a fine 2013 non firmò l’accordo di libero scambio con l’Unione europea (dopo averlo promesso), mentre il figlio Oleksandr diventava uno degli imprenditori più ricchi del Paese. Vitali era in piazza a capo di Udar contro il governo sotto tiro per corruzione e che reagiva con la forza, poi da sindaco di Kiev è iniziata la sua campagna politica e mediatica per lo smarcamento dell’Ucraina dalle mire di Putin. In un video del 2015, disponibile su YouTube, durante una sessione di allenamento il fratello Wladimir esortava Putin a «non ripetere gli errori storici» sull’Ucraina. Sette anni dopo l’invito alla rilettura della Storia, i fratelli Klitschko hanno raccontato alla Reuters della speranza di una soluzione diplomatica. Ora sono i capi-delegazione del pugilato ucraino contro la forza militare russa. «Ci difenderemo fino all’ultima goccia di sangue. Non sappiamo come vivremo domani. Ma la motivazione è fortissima» ha detto Wladimir alla “Bild”. «Non ho mai visto una cosa del genere».   Di Nicola Sellitti

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