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Tanto Pass

L’Italia sta dimostrando un grande spirito di sacrificio, molto più significativo della guerra no vax – sì vax. Il Green Pass è solo un provvedimento straordinario e temporaneo, non il tentativo di distruggere libertà costituzionali figlie della nostra storia.

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Tanto Pass

L’Italia sta dimostrando un grande spirito di sacrificio, molto più significativo della guerra no vax – sì vax. Il Green Pass è solo un provvedimento straordinario e temporaneo, non il tentativo di distruggere libertà costituzionali figlie della nostra storia.

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Tanto Pass

L’Italia sta dimostrando un grande spirito di sacrificio, molto più significativo della guerra no vax – sì vax. Il Green Pass è solo un provvedimento straordinario e temporaneo, non il tentativo di distruggere libertà costituzionali figlie della nostra storia.

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L’Italia sta dimostrando un grande spirito di sacrificio, molto più significativo della guerra no vax – sì vax. Il Green Pass è solo un provvedimento straordinario e temporaneo, non il tentativo di distruggere libertà costituzionali figlie della nostra storia.

“Andrà tutto bene”, recitava il mantra dei terribili giorni del lockdown duro. È evidente che non sia andata proprio così, ma anche che in qualche misura avevamo ragione allora. Perché ne verremo fuori, questo è certo. Ne stiamo già venendo fuori, in realtà, grazie al quotidiano spirito di sacrificio di un intero Paese. La sostanza è tutta qui: se non si presta attenzione solo alla superficie delle polemiche più cattive, al rinfacciarsi fra ultras vaccinisti ed estremisti delle presunte ‘libertà violate’, quello che resta è una stragrande maggioranza di cittadini matura e responsabile. Attenta ai dubbi, ma consapevole che la strada è una ed è stretta. Il rincorrersi di provvedimenti amministrativi, tesi a regolare l’accesso alle nostre attività quotidiane, pone una serie di interrogativi sulle conseguenze a medio termine e sulla delicatezza dei princìpi coinvolti. Compresi quelli costituzionali. Detto questo e scritto non da un giurista, non si può valutare il Green Pass solo in punta di diritto, perché significherebbe astrarsi dal contesto. Non possiamo far finta che questa sia la nostra condizione normale. La pandemia è una circostanza oggettiva, con cui non si possono fare i conti solo quando si vuole o conviene. È una realtà che obbliga chi ricopre funzioni pubbliche a esercitare l’arte del massimo equilibrio. Vale per i partiti politici che finiscono per vivere un paradossale ‘liberi tutti’, perché tanto c’è Mario Draghi e nessuno lo tocca (quindi si può fare un po’ di caciara a uso elettorale, senza apparentemente farsi troppo male). Vale per opinion maker, professori, scienziati, filosofi, scrittori, musicisti e saltimbanchi pronti ad azzannarsi verbalmente, vestendo i panni dei paladini di una delle due curve da stadio. L’Italia ha sperimentato gli ‘opposti estremismi’ e le sue infauste conseguenze. Il nostro è il Paese che ha dovuto fare i conti con la lunga stagione del terrorismo e ne è uscito senza intaccare una sola delle libertà costituzionali e delle conquiste figlie della lotta al nazifascismo. Come si può mai pensare che sia la pur devastante pandemia a spingerci in un baratro che abbiamo saputo evitare davanti ai peggiori incubi della nostra storia repubblicana? È il momento di tirare il fiato, prendersi una pausa ed essere responsabili. Riconoscere che il Green Pass non sarà il migliore dei mondi possibili ma resta un banale provvedimento amministrativo di gestione di una realtà straordinaria e transitoria. Nulla più di questo. Non stiamo disegnando un Paese diverso o – peggio – un ‘uomo nuovo’. Stiamo solo provando a dare un senso a quel “Andrà tutto bene”. di Fulvio Giuliani

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