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Le multe di uno Stato anti-statale

Il 28,4% degli italiani che ricevono multe non le pagano, credendo che lo Stato sappia fare bau-bau ma sia incapace di mordere. E non hanno neanche torto

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Le multe di uno Stato anti-statale

Il 28,4% degli italiani che ricevono multe non le pagano, credendo che lo Stato sappia fare bau-bau ma sia incapace di mordere. E non hanno neanche torto

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Le multe di uno Stato anti-statale

Il 28,4% degli italiani che ricevono multe non le pagano, credendo che lo Stato sappia fare bau-bau ma sia incapace di mordere. E non hanno neanche torto

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Il 28,4% degli italiani che ricevono multe non le pagano, credendo che lo Stato sappia fare bau-bau ma sia incapace di mordere. E non hanno neanche torto

La percentuale delle multe non pagate misura la scarsa credibilità dello Stato circa la possibilità reale di subire un danno da tale condotta. Misura anche lo scarso credito che allo Stato viene riconosciuto al variare della posizione geografica. E, del resto, le ripetute rottamazioni delle cartelle esattoriali e, addirittura, la cancellazione per legge della pretesa al pagamento delle multe (come ora accade per quelle relative alle vaccinazioni obbligatorie), confermano che ad avere ragione sono quelli che non pagano e che a essere fessi sono quelli che pagano.

Il 28,4% degli italiani che ricevono una multa non la pagano. Sono tanti, ma sono anche distribuiti in modo significativo: il 23,9% al Nord-Ovest; il 25,9% al Nord-Est; il 34,7% al Centro e un enorme 48,2% al Sud. Al Sud si trova il doppio della popolazione, rispetto al Nord, che crede lo Stato sappia fare bau-bau ma sia incapace di mordere. E la cosa drammatica è che non hanno neanche torto.

Questa geografia della renitenza al pagamento è a sua volta una buona copia della povertà. Ma non di quella economica, bensì di presenza di un’accettabile macchina pubblica e del senso civico dei cittadini. Al Sud si pagano meno le multe ma funziona meno anche la sanità o la scuola, come dimostrano il turismo sanitario e i test Pisa e Invalsi. E siccome sono orgogliosamente terrone, ci tengo a sottolineare che l’esistente inefficienza statale non giustifica la renitenza alla sanzione, ma comporta un doppio e vile tradimento dei diritti e della dignità di quelli che pagano (al Sud il 51,8%) e però ricevono in cambio l’irrispettosa negligenza dei doveri costituzionali.

La commissione che si sta occupando di fissare dei teorici Lep (Livelli essenziali delle prestazioni) – a parte che la Corte costituzionale ha stabilito essere un compito del Parlamento – farebbe bene a osservare anche questi dati. Parafrasando Carlo Verdone, si potrebbe dire «Non ti rispetto. Tu mi rispetti?… Lo vedi che è reciproco!?».

La questione dell’obbligo vaccinale sembra lontana un secolo. Ma è un’impressione sbagliata, sia perché è passato ben poco tempo sia perché l’obbligo rimane. Non per il Covid, ma per la salvaguardia della salute dei bambini. E, giustamente, i genitori no-vax devono essere puniti – in assenza, ovviamente, di deroghe chieste dal medico – perché non sono i proprietari della salute dei minori e devono rispettare le regole di profilassi che una collettività si è data. Come avviene in tutto il mondo civilizzato e come ci si premura di portare anche nei Paesi che non se la possono permettere.

La renitenza al vaccino è stata ed è una forma di egoismo a tutto discapito della salute collettiva, quindi anche di quella altrui. E totalmente in conto alla spesa sanitaria finanziata da quelli che all’obbligo non si sottraggono. Ragione per la quale cancellare le multe previste nuoce gravemente alla credibilità dello Stato. E dà ulteriormente ragione a quelli che non pagano. Tanto più che la cancellazione è stata concepita in modo tale che vale soltanto per quelli che non pagarono, mentre a quelli che anche le multe Covid le hanno pagate gli si fa un bel marameo e tanti saluti.

Non è finita, perché a unire quest’ultimo provvedimento demolitorio della credibilità a quelli di sanatoria e di abbandono vi è la motivazione: difficoltà nella riscossione. Quindi si dice al 71,6% degli italiani – quelli che le multe le pagano – che tale loro condotta è da considerarsi un atto di generosa liberalità, giacché ove non lo facciano non si saprebbe come costringerli. Il tutto a cura di quelli che, contemporaneamente, aumentano il costo delle multe. Il che indurrebbe al buonumore. Se non fosse che sono anche gli stessi che aumentano le pene e prima dei processi vorrebbero anche buttare le chiavi delle celle. Due parti opposte in commedia, possibili soltanto perché trattasi di una farsa.

I multanti conniventi con i multati, allo scopo di far capire che a sbagliarsi sono quanti ancora nutrono qualche timore. Difficile immaginare una dottrina più efficacemente anti-statale.

Di Davide Giacalone

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