Dobbiamo ancora capire le startup, parla Stefano Portu, fondatore di ShopFully
Dobbiamo ancora capire le startup, parla Stefano Portu, fondatore di ShopFully
Dobbiamo ancora capire le startup, parla Stefano Portu, fondatore di ShopFully
Fondata poco più di dieci anni fa dall’attuale ceo Stefano Portu e da Alessandro Palmieri, l’azienda ha di recente annunciato la fusione con Media Central Group, un’operazione che ha permesso al gruppo di penetrare anche i mercati dell’Europa dell’Est rendendola leader europeo nel settore del drive to store (cioè nell’azione di portare il consumatore al negozio fisico). Una scalata resa possibile dall’entrata in partita del fondo di investimento Highland Capital Partners Europe (già nell’azionariato di Privalia e Photobox), che ha permesso di dare un’accelerata sul piano internazionale: «Essere riusciti a mantenere la nostra sede principale a Milano è una soddisfazione soprattutto di tipo culturale» spiega Portu. «Non è facile fare impresa in Italia, in particolar modo per le startup, perché abbiamo un sistema di finanziamento per il mondo dell’innovazione che è partito in netto ritardo rispetto a Francia e Spagna. Faccio un esempio: due anni fa abbiamo acquisito l’azienda spagnola Tiendeo con sede a Barcellona. All’epoca la Catalogna da sola aveva raccolto per le startup più risorse che tutta l’Italia. È chiaro che se avessimo un gettito maggiore di finanziamenti sarebbero molte di più le aziende in grado di riscrivere le regole del tech mondiale così come abbiamo fatto noi. Negli altri Paesi si è capito che l’innovazione tecnologica è il driver per creare le aziende di domani; in Italia invece i finanziamenti alle società appena nate vengono visti come una sorta di assistenzialismo, quando invece il tema è prettamente di politica industriale».
Il settore retail vale 30 trilioni di dollari, con l’80% delle decisioni di acquisto prese ormai su smartphone. Aggregando le promozioni su un solo sito, ShopFully semplifica le scelte del consumatore e permette ai grandi retailer e brand – tramite la tecnologia dell’azienda – di entrare in contatto con gli utenti lungo tutta la fase del percorso d’acquisto, da casa fino al negozio. «Grazie alla geolocalizzazione, abbiamo anche la possibilità di misurare chi poi si reca fisicamente nel negozio, nel pieno rispetto della privacy» sottolinea Portu. Di recente il gruppo ha per certi versi goduto anche della spinta inflazionistica che ha portato molto più traffico: «Il 2023 ha fatto segnare un +30% di ricerche di prodotti in promozione, dove una fetta di traffico è rappresentata anche da molti consumatori con alta capacità di spesa. La tendenza è quella di effettuare acquisti con scontrini più bassi e un maggior frazionamento della spesa» conclude il manager.
di Ilaria CuzzolinLa Ragione è anche su WhatsApp. Entra nel nostro canale per non perderti nulla!
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