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Biden non molla. Taylor Swift potrebbe “aiutarlo”, parla Oliviero Bergamini (responsabile esteri TG1 RAI)

Mentre mancano endorsment a favore del presidente e Clooney lo esorta a fare un passo indietro, Taylor Swift potrebbe influenzare il voto dei giovani. Pesano, però, le nuove gaffe del capo della Casa Bianca

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Nessun passo indietro. Chi si aspettava che il Presidente statunitense annunciasse un ripensamento sulla sua candidatura è rimasto deluso. Alla conferenza stampa di chiusura del NATO Summit a Washington, Joe Biden ha confermato l’intenzione di voler correre per un mandato bis, nonostante le gaffes. Il capo della Casa Bianca, infatti, si è riferito al presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, chiamandolo Putin, e a Kamala Harris indicandola come Trump. «Se l’obiettivo era mettere a tacere le voci sulla sua presunta incapacità di guidare gli Usa premendo per un passo indietro, non è stato raggiunto. Non c’è stata, però, neppure una svolta negativa forse attesa dagli avversari: il summit NATO si è concluso con un pareggio», commenta Oliviero Bergamini, responsabile esteri Tg1 RAI, già corrispondente dagli Usa e autore tra gli altri di Storia degli Stati Uniti. «Le richieste di rinuncia alla candidatura, comunque, aumentano: la china è in discesa per Biden, in senso negativo, e ora si punta a fermare la discesa». Ma come? All’interno dei democratici si assiste a una spaccatura: da un lato c’è chi pensa che il ritiro dalla corsa possa essere più dannoso per il partito, spalancando la porta a una vittoria di Donald Trump; dall’altro chi insiste per un cambio di candidatura in extremis, come George Clooney, vicino sia a Biden che all’entourage dell’ex presidente democratico Barak Obama. «Obama non si è ancora pronunciato ufficialmente, ma più fonti indicano che la pensi come Clooney. L’attore non si è limitato a suggerire una rinuncia dopo il disastroso dibattito tv con Trump, ma ha citato un episodio specifico di mesi fa quando, in occasione di una cena per una raccolta fondi, Biden avrebbe avuto gli stessi problemi di lucidità e presenza che ha manifestato in tv – sottolinea Bergamini – Soprattutto, Clooney ha dichiarato pubblicamente che quello di oggi non è lo stesso Biden del 2020, affermandolo dopo averlo visto e frequentato personalmente più volte, insomma la sua ha la forza di essere una testimonianza diretta che non va ignorata».

Se Kamala Harris resta un’alternativa troppo debole, molti dem sperano ancora in un ritorno in campo di Obama stesso. Un’ipotesi, però, non percorribile: «Non può perché il 22° emendamento della Costituzione, voluto in passato dai repubblicani, vieta di candidarsi dopo due mandati. Alcuni media americani hanno ipotizzato una sua candidatura da vice, ma c’è anche il 12° emendamento che afferma che chi non è qualificato come presidente non lo è neppure come vice – spiega Bergamini – Al di là dei tecnicismi e considerando che la Corte Suprema oggi è conservatrice e boccerebbe un eventuale ricorso, appare uno scenario fantascientifico. Sarebbe gesto di ammissione di grande debolezza di Biden, che si ripercuoterebbe in modo negativo sull’elettorato dem».

In questo contesto c’è chi spera nell’endorsment da parte di esponenti dello showbiz. In realtà finora attori, cantanti e vip sono stati tiepidi. «Non è comunque detto che “porti bene”. Il grande concerto di Bruce Springsteen a sostegno di Hillary Clinton non evitò la sua sconfitta, anzi: l’appoggio delle star può rafforzare l’immagine di un candidato vicino a vip e ricchi, e lontano dall’uomo della strada – osserva il giornalista e scrittore – Diverso il discorso per Taylor Swift. Lei ha già dimostrato la capacità di influenzare i fans, come quando esortò a votare e si registrò un aumento delle iscrizioni dei giovani alle liste elettorali. Se lo facesse ancora, potrebbe aumentare il bacino di voti giovani, appunto, tradizionalmente più vicini ai democratici. Un fattore importante negli stati chiave, anche se l’apporto sarebbe tutto da misurare».

Di Eleonora Lorusso

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