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Costo della guerra asimmetrica, parla Matteo Bressan

Matteo Bressan (LUMSA): “Le vittime di Gaza sono una conseguenza di una guerra asimmetrica in ambiente urbano, come in Libano”
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«È chiaro che lo scambio di accuse reciproche proseguirà a lungo, ma nel frattempo si contano le conseguenze a livello geopolitico di quanto accaduto all’ospedale di Gaza». Per Matteo Bressan, docente di Relazioni internazionali e Studi strategici presso la Lumsa Master School, le vittime al nosocomio di Gaza, che secondo fonti palestinesi sarebbero almeno 500, sono un dramma a livello umano ma purtroppo non rappresentano un caso isolato. «Non c’è dubbio che si sia trattato di una tragedia. Purtroppo è una componente dello scontro armato, con tutta la drammaticità che comporta» prosegue il professore. «Sicuramente è importante chiarire la dinamica. Esiste tuttavia un trend storico per cui spesso Hamas, come gli Hezbollah, posizionano i loro lanciatori di razzi e i loro depositi di armi nei centri abitati, presso moschee, scuole e in altre strutture civili: questa è già di per sé una violazione del diritto internazionale tipica dei conflitti asimmetrici irregolari» prosegue l’esperto. «È evidente che quando Israele si trova a dover fermare i lanci di razzi che provengono dalla Striscia di Gaza, pur chiedendo l’evacuazione delle zone bersaglio e avvertendo con anticipo la popolazione, gli abitanti e in generale i civili si trovano a rischio. È accaduto diverse volte anche in Libano, dove molti razzi sono partiti da abitazioni». Col passare delle ore si fa largo l’ipotesi che a colpire la struttura civile sia stato un razzo della stessa Hamas caduto nel parcheggio dell’ospedale, come sostenuto fin da subito da Tel Aviv. «Le stesse forze di difesa israeliane in questi giorni hanno stimato che siano stati oltre 300 i razzi di Hamas destinati a Israele ma precipitati nel territorio di Gaza» spiega Bressan. A preoccupare sono da un lato le conseguenze sul medio-lungo periodo, dall’altro l’ennesima tragedia a livello umanitario. Non a caso l’Autorità palestinese ha parlato di crimine e chiesto un’indagine della Corte penale internazionale (Cpi). La rappresentante dell’Anp in Francia, Hala Abou Hassira, sostiene che «Israele è l’unico responsabile dell’attacco. Non è la prima volta che prende di mira infrastrutture civili, in particolare ospedali». Una posizione che più che altro sembra voler tacitare o almeno assecondare opinioni pubbliche arabe inferocite. Per Bressan resta però difficile distinguere in modo netto le responsabilità: «Purtroppo i grandi dibattiti sulle questioni umanitarie spesso si scontrano con questo tipo di realtà: un conflitto in ambiente urbano». In tale contesto acquistano più importanza le parole del comandante delle forze israeliane, Herzi Halevi, che accusa Hamas di «combattere come animali», aggiungendo: «Siamo arrabbiati, ma usiamo la testa. Combattiamo con determinazione e rimaniamo umani, diversamente dal nostro avversario».   di Eleonora Lorusso

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