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Depistaggi in vista delle prossime elezioni: “Il rischio è alto”, parla Lapp – ex agente FBI

Elezioni europee, presidenziali in Russia e a seguire quelle negli Usa: il timore dello spionaggio e degli attacchi hacker. Intervista a Peter Lapp
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Le elezioni europee si avvicinano, precedute dalle presidenziali in Russia e seguite da quelle negli Usa. Appuntamenti sui quali pesa il timore di attacchi hacker e di azioni di spionaggio, oltre al ricorso all’intelligenza artificiale – specie sui social – per influenzare il voto. È dei giorni scorsi il ‘caso Biden’: fra 5mila e 20mila americani hanno ricevuto una chiamata da un finto presidente degli Stati Uniti che esortava loro a non votare alle primarie del New Hampshire. Naturalmente si trattava di un deepfake, ennesimo aspetto della tecnologia applicata al falso che preoccupa anche un esperto di sicurezza come Peter Lapp, ex agente del Fbi che ha scritto una delle pagine più importanti della storia dello spionaggio americano. Dieci giorni dopo l’11 settembre 2001 arrestò infatti Ana Montes, ex senior analyst della Defence Intelligence Agency (Dia) poi condannata per aver spiato per 17 anni gli Usa per conto del governo di Cuba. A raccontare la storia della “Queen of Cuba” – in un libro che presto potrebbe diventare anche un film – è lo stesso Lapp: «Il caso di Ana Montes è unico nel suo genere. Ha avuto come protagonista la prima donna arrestata per spionaggio negli Stati Uniti dell’era moderna. Ma oggi le spy story esistono ancora». Montes iniziò a fornire informazioni al governo di Cuba nel 1985, mentre era all’università. Fu fermata poco dopo gli attacchi dell’11 settembre, prima che potesse rivelare altri delicati dettagli sull’imminente operazione militare statunitense in Afghanistan. Dopo aver scontato 20 anni di prigione, rea confessa, è stata scarcerata un anno fa. Le tecniche sono cambiate, ma lo spionaggio non smette di fare nuovi proseliti. Lo dimostra il caso di Walter Biot, l’ufficiale della nostra Marina militare di recente condannato per aver passato a un agente segreto russo documenti top secret in cambio di soldi: «Anche Montes ricevette denaro, ma lei credeva anche nella causa cubana ed è per questo che si è dichiarata colpevole» spiega Lapp. La spia si disse infatti «moralmente obbligata ad aiutare Cuba a difendersi dalle pressioni per imporle i valori e il sistema politico statunitense». Ora la donna è libera ma sotto sorveglianza, soprattutto per quanto riguarda l’uso di Internet: «Vive a Puerto Rico, un territorio americano che però ha una forte voglia di indipendenza. Ha un largo seguito di fan. Sono convinto che odiasse gli Usa. Questa storia ci ricorda l’importanza di certe informazioni, che si devono proteggere con ogni sforzo possibile anche dalle persone di cui a volte ci fidiamo» sottolinea Lapp. Un compito reso ancora più arduo ai tempi dell’intelligenza artificiale, dei social e dei deepfake. A maggior ragione con l’avvicinarsi delle elezioni presidenziali Usa il prossimo novembre: «Il clima non è così diverso da quello del 2020 e abbiamo visto cosa è successo il 6 gennaio 2021 con l’assalto a Capitol Hill» aggiunge l’ex agente Fbi. «Le attività online aumenteranno nel tentativo di influenzare l’opinione pubblica col ricorso a Internet, veicolando messaggi di vario tipo e utilizzando deepfake così realistici da essere difficilmente distinguibili dalla realtà. In un quadro come questo è complicato garantire un giudizio indipendente e consapevole» osserva Lapp. Ma se all’epoca il ‘nemico’ era Cuba, oggi chi minaccia gli Usa più da vicino? «La sfida maggiore è rappresentata dalla Cina, non soltanto dal punto di vista della forza economica, ma perché sta aumentando le proprie capacità militari. La Russia è ancora una potenza, lo dimostra l’aggressione in Ucraina. In questo caso la minaccia è però rivolta alla Nato e all’Europa, non direttamente agli Stati Uniti» conclude Lapp. Di Eleonora Lorusso

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