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Francia, Le Pen vola, ma la sorpresa è a sinistra. Macron all’angolo

Record di affluenza alle urne, ma le elezioni spaccano la società. Nava: “Islamofobici e filopalestinesi allo scontro. Attenzione alle banlieue”

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I sondaggi della vigilia sono stati in parte confermati, ma la partita in Francia è apertissima. Se il lepeniano Jordan Bardella, il nome a cui si è affidata la destra di Rassemblement National, esulta, la sinistra è pronta a giocarsi il tutto e per tutto. L’appello del Presidente Emmanuel Macron a “un’ampia unione chiaramente democratica e repubblicana per il secondo turno» è stato accolto per ora dal leader della sinistra de La France Insoumise, principale partito del Nuovo Fronte Popolare. Jean-Luc Mélenchon, infatti, ha assicurato che tutti i propri candidati che non avranno chance di vittoria si ritireranno in vista del ballottaggio di domenica prossima. «Il risultato di queste ore ha confermato le previsioni, anche se solo in parte. L’affermazione dell’estrema destra c’è stata, tanto che il RN di Le Pen è andato addirittura a raddoppiare i voti delle precedenti elezioni ed è avanzato rispetto al recentissimo voto delle europee», spiega Massimo Nava, a lungo corrispondente da Parigi ed editorialista del Corriere della Sera. «Era meno prevedibile, invece, che il blocco che le sinistre unite raggiungesse quasi il 30% e che ci fosse un’affluenza altissima alle urne, che ha sparigliato le carte. L’appello di Macron al voto utile, per sbarrare l’avanzata della destra, è stato dunque accolto. Ora occorrerà vedere cosa decideranno i repubblicani gollisti, anche se il loro peso è minore rispetto alle sinistre», osserva ancora Nava. 

Il Nuovo fronte popolare, che raggruppa il centrosinistra, ha proposto un accordo “di legislatura” che affronta i temi caldi che hanno tenuto banco nei mesi scorsi, alimentando il malcontento dei confronti del Presidente Macron: misure per risanare la sanità, i servizi pubblici, la scuola, ma anche politiche energetiche e climatiche, con 5 disegni di legge da attuare nei primi 100 giorni di Governo. Basterà? «Certamente lo scopo è di impedire a Marine Le Pen e al suo partito di avere la maggioranza assoluta, scongiurando che Bardella diventi primo Ministro. Questo è l’obiettivo minimo – ma anche massimo – a cui può ambire Macron, perché è difficile immaginare ribaltoni. Molto importante sarà il voto delle banlieue, in una Francia che oggi appare molto fragile e spaccata – sottolinea Nava – La campagna elettorale ha mostrato posizioni diametralmente contrapposte. Da un lato il fronte delle sinistre, con una venatura filopalestinese, ma anche un po’ diviso al suo interno tra filorussi e filoucraini, ha strizzato occhio proprio alle periferie e agli francesi di seconda o terza generazione. Dall’altra, invece, la destra ha fatto ricorso a toni quasi islamofobici e si è mostrata persino più vicina alla comunità ebraica, accusando di antisemitismo Mélenchon e la sinistra».

La frattura, però, preoccupa. «Sono in gioco le fondamenta dell’idea stessa di Francia, che si basa su una società multiculturale e multirazziale, dove i diritti di tutti sono garantiti dalla Costituzione. È vero che nella pratica ciò non sempre accade, ma principi finora che era ritenuti sacri e inviolabili, oggi non lo sembrano più», spiega Nava. 

Sicuramente l’Europa osserva Parigi. Uno dei temi sul banco è anche la posizione d’Oltralpe all’interno della NATO e nel supporto all’Ucraina (con Bardella che ha chiarito che, con lui al potere, «nessun soldato francese sarà inviato a Kiev»). «Questo è sicuramente che ciò che preoccupa più di tutti, sia i francesi sia chi guarda la Francia in Europa – osserva Nava – Con un eventuale primo Ministro di estrema destra, a cui si aggiungono l’Italia guidata da Meloni e un possibile ritorno di Trump alla guida degli Stati Uniti, gli scenari iniziano a essere preoccupanti ovunque. Per questo il voto francese va a sparigliare le carte in tutto il Vecchio Continente, in un momento già difficile».

di Eleonora Lorusso

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