L’Italia è coinvolta nello schema reputazionale della guerra ucraina, perché nel nostro Paese arrivano messaggi di propaganda o ne vengono creati: “Ci sono molti esempi, ma non occorre essere sul campo di battaglia per veicolare, da ogni parte del mondo, informazioni che mirano a manipolare o influenzare l’opinione pubblica”. Tempo fa era presente in rete un video, ad esempio, in cui comparivano presunti soldati ucraini che sostenevano di essere stati colpiti da fuoco amico, e i loro dialoghi erano sottotitolati in italiano. Ma la guerra non è l’unico tema “caldo” su social e web: “Tra gli altri attorno ai quali sta aumentando l’attenzione, ci sono i cambiamenti climatici e il nucleare, insieme alla salute”, spiega Barchiesi.