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E Marina Perzy cambiò vita (artistica)

Modella, attrice, conduttrice tv e radio, show girl: Marina Perzy, ha deciso di svoltare con due nuovi progetti

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E’ impossibile fermare i ricordi di Marina Perzy, trovano sempre il modo di uscire dall’accerchiamento, confluiscono in reminiscenze e si fondono con altre memorie. L’intervista con Marina si può dire che non abbia mai avuto un inizio e probabilmente è lontana dall’essere terminata. Per questo la nostra intervista inizia subito con la rivelazione anticipata di quello che sta organizzando. Non ce la fa a tenersi per sé l’entusiasmo per le sue nuove imprese che mi confida subito ma che metterà a fuoco solo più tardi.
Il passato però mica lo dimentica. Lo sorvola allegramente: “Mi reputo fortunatissima. Ho avuto la possibilità di lavorare con mostri sacri nell’ultimo decennio, quello in cui il talento poteva davvero esprimersi. A partire da “Fantastico 3”, che aveva un cast impressionante. Nel 1982 con la conduzione di Corrado, con lui i tre programmi più importanti, un vero maestro per me. Così come con Gianni Minà alla conduzione de “La domenica sportiva. A Uno Mattina, facevo l’inviata andando in tutto il mondo, persino Los Angeles, oggi non è più possibile”.

Mentre il passato si intreccia e si ingarbuglia, le faccio domande che provano a fermare il flusso, a partire da quando e come ha iniziato. Marina sorride, si entusiasma e poi fissa il pavimento, borbottando qualcosa, cercando di afferrare i momenti. “Andavo ai provini, per le classiche commedie in cui alle donne era richiesta più la bellezza che il talento, a differenza di oggi dove forse c’è più attenzione. Mi presentai all’audizione, la prima della mia vita, di “Mani di velluto” per il ruolo di co protagonista. Castellano e Pipolo mi presero, ma dopo tre giorni venni richiamata dalla produzione, la quale mi annunciò sibillinamente che la parte era di un’altra. Fu la mia prima delusione. Celentano era il mio idolo”
Negli occhi il bagliore si accende e spegne a intermittenza. Le chiedo se quell’epoca aurea fosse terminata in un determinato momento: “Con la “Rai dei professori”, un momento buio in cui venne cancellata la creatività. Un brutto periodo che di fatto ha portato un altro tipo di televisione”. Sembra un giudizio implicito sulla tv di oggi: “Mi sembra che ci sia poco coraggio, l’unico è Fiorello che ha riportato il varietà facendo la radio; c’è un’omologazione del dibattito, un appiattimento creativo. Mi piacciono Porro e Mario Giordano, mi piace la loro sfrontatezza. Anche questo ha ispirato la mia proposta di un nuovo format innovativo per la televisione ”.

Inutile dire che un altro momento importante è legato alla vicenda con il portiere dell’Inter Walter Zenga. Marina però chiude in modo netto quella faccenda che “ha portato ad un mio purgatorio forzato di sei anni. Quando mi intervistano mi chiedono sempre della nostra storia, ma è un argomento che non voglio più affrontare, perché ogni parola finisce con lo squilibrare il senso”. Si capisce che il fatto di non riuscire a dare sepoltura a quella vicenda la mette a disagio. Marina vira direttamente sulle sue novità: “Ho scritto un soggetto per il cinema: “Forse anche per riassumere tante storie, come quelle con mio padre, con il quale ho avuto un rapporto difficile. Tra le donne della trama c’è una connessione quasi mistica. Adesso il cinema è tornato ad occuparsi del femminile, infatti questo progetto vorrei che fosse affidato a una regista o a Pedro Almodovar, con il quale ho sempre sognato (e sogno ancora) di lavorare”.

Parallelamente, Marina Perzy sta ultimando il suo progetto letterario che uscirà a breve: “Molte donne, una sola vita”. Scrivere di sé però la ritiene una delle cose più difficili della sua vita: “Non ti voglio dire troppo, se non che gli eventi che racconto, anche drammatici, li accarezzo con un tono lieve. Mi piace far sorridere le persone, anche se li metto di fronte a fatti dolorosi. Il libro parla di me e del mio percorso, fin da quando ero bambina, ma anche degli anni 80: aneddoti, incontri singolari come con Julio Iglesias o di quando ho preparato il caffè a Robert De Niro, e altri divertenti, ma anche del mio lato spirituale. Sono legata alla figura della Maddalena verso la quale ho fatto tanti studi e viaggi. Unire materia e spirito e farne una sintesi, è complicatissimo ma crea la nostra energia che è parte di noi”. Complicato come essere giovani oggi. Chissà come sarebbe Marina se avesse 20 anni in questo periodo: “Sicuramente le mie foto sarebbero andate a ruba, ma non scambierei mai i miei anni 80 con la vita di oggi. È stato decisamente meglio essere giovane a quell’epoca. Intanto ci si fidava delle persone, uscivi ed eri spensierata, mentre ora c’è una grande ansia. Non so come fanno le ragazze oggi.

L’intervista finisce, Marina mi congeda ma prima di farlo si ferma, ha un sussulto. “ma non ti ho detto anche dell’altro mio progetto?” Le chiedo quale e mi risiedo. Vi racconto la prossima volta.

Di Lapo De Carlo

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