Musica per esaltare l’ombra. Intervista a Romina Falconi
Musica per esaltare l’ombra. “Rottincuore”, il concept album in cui l’artista Romina Falconi apre le porta di una galleria di peccatori

Musica per esaltare l’ombra. Intervista a Romina Falconi
Musica per esaltare l’ombra. “Rottincuore”, il concept album in cui l’artista Romina Falconi apre le porta di una galleria di peccatori
Musica per esaltare l’ombra. Intervista a Romina Falconi
Musica per esaltare l’ombra. “Rottincuore”, il concept album in cui l’artista Romina Falconi apre le porta di una galleria di peccatori
In un’epoca di musica liquida spesso votata alla leggerezza e al divertissement, un disco come quello di Romina Falconi è come un’oasi nel deserto. Uscito venerdì scorso, “Rottincuore” è un concept album di 13 brani in cui l’artista apre le porte di una galleria di peccatori. Anime imperfette, nude, che si raccontano senza filtri né assoluzioni. È un viaggio senza morale e senza pietà, dove ogni canzone scava tra le crepe dell’anima: fragilità, cadute, pensieri inconfessabili che nessuno osa dire ad alta voce.
Abbiamo incontrato Romina Falconi a Milano qualche giorno fa e ci ha descritto così la genesi del progetto: «Viviamo in un’epoca in cui per essere ‘buoni’ devi dimostrarlo: la casa, i numeri, la faccia pulita. La società è passata dall’essere narcisistica all’essere istrionica. Tutti con la maschera giusta per ogni occasione. E invece io voglio esaltare l’ombra. Prendermi in giro, ridere delle mie tragedie. Farle parlare. Perché l’ombra è bellissima e volevo che diventasse protagonista, che si prendesse la scena senza vergogna, che fosse oscenamente umana. Perché il mio scopo è da sempre fare una carezza alla parte peggiore di noi. Quella che tutti nascondono, quella che nessuno vuole vedere. Ma che, in fondo, ci rende veri».
In questo ballo in maschera che è la vita, Falconi è sempre stata semplicemente sé stessa, consapevole dell’importanza che le ombre che ci abitano hanno nel definire chi siamo: «Se non avessi vissuto le mie tragedie, oggi non avrei scritto il mio terzo disco da indipendente. Non avrei costruito tutto questo, con le mie mani e insieme a chi ci ha creduto. Vengo da una vita in cui sono sempre stata l’outsider. A scuola ero quella ‘strana’, vestita in modo eccentrico.
La stranezza è bella, ma solo finché non ti tocca da vicino». E se anche la società oggi sembra più aperta, a volte lo è soltanto in superficie: «Oggi tutti parlano di inclusione, ma quando sei ragazzina e ti senti diversa soccombi. E quella sensazione te la porti dietro tutta la vita. La differenza però la fanno il lavoro su te stessa e le persone che scegli di avere accanto: se sono abbastanza intelligenti da vederti davvero, allora impari a farne una bandiera. E capisci che omologarsi non è un’opzione. Ti senti un povero imbecille che pensa: “Ma io vorrei stare pure dall’altra parte del marciapiede”, pur sapendo in fondo che non sarai mai dei loro. Così ho cominciato a scrivere».
Ascoltando “Rottincuore” sono tante le cose che colpiscono: dalla cura del suono e dell’unitarietà del progetto – nonostante i tanti mondi sonori che vi concorrono – alla voce di Romina, che passa di sfumatura in sfumatura sempre da protagonista mentre canta testi taglienti, lucidi, sinceri e senza censure.
Una delle penne più belle che ci siano oggi, senza sovrastrutture: «Secondo me, il trucco è scrivere pensando che nessuno ti leggerà mai. Perché quando inizi a pensare a tua zia, al vicino di casa, al tuo zoccolo duro… non scrivi più. Resti bloccata, vuota. Invece se scrivi come se stessi confessando il peggiore dei reati, come se quella cosa non dovesse mai uscire da quella stanza, allora risparmi ogni parola, vai dritta, senza filtri. Certo, tante cose poi le censuro, non finiscono nel disco. Ma il patto silenzioso che faccio con me stessa resta questo: dire la verità anche se fa schifo, anche se fa ridere, anche se fa paura. Quando ho letto “Viaggio al termine della notte” di Céline ho pensato: voglio essere così. Forse era pure un disgraziato nella vita reale, ma ha scritto un capolavoro. E meno male. Perché la scrittura ti salva, ti tira fuori dalla tua miseria. Racconti le tue brutture, le metti lì e finalmente esisti».
Come avrete capito leggendo queste righe, Romina Falconi è un’artista vera, anche se non si definirà mai così. E lo dimostra il fatto che il progetto non si limita al solo disco, ma anche a un mediometraggio ispirato all’album che mescola teatro, musica e poesia. Un discofilm che non sarà presente in alcuna piattaforma online e che verrà proiettato il 25 maggio alle ore 21 al Cinema Azzurro di Ancona e il 20 giugno alle ore 21 al Sunspace di La Spezia.
Di Federico Arduini
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