Il San Francesco di Branduardi, parla la cantautrice Patrizia Cirulli
Fra i progetti discografici più interessanti usciti nell’ultimo periodo è impossibile non citare “Il Visionario (Francesco D’Assisi)” di Patrizia Cirulli, cantautrice, compositrice e autrice milanese. Le sue parole

Il San Francesco di Branduardi, parla la cantautrice Patrizia Cirulli
Fra i progetti discografici più interessanti usciti nell’ultimo periodo è impossibile non citare “Il Visionario (Francesco D’Assisi)” di Patrizia Cirulli, cantautrice, compositrice e autrice milanese. Le sue parole
Il San Francesco di Branduardi, parla la cantautrice Patrizia Cirulli
Fra i progetti discografici più interessanti usciti nell’ultimo periodo è impossibile non citare “Il Visionario (Francesco D’Assisi)” di Patrizia Cirulli, cantautrice, compositrice e autrice milanese. Le sue parole
Fra i progetti discografici più interessanti usciti nell’ultimo periodo è impossibile non citare “Il Visionario (Francesco D’Assisi)” di Patrizia Cirulli, cantautrice, compositrice e autrice milanese. Dotata di una voce «insolita e straordinaria», come la descrisse Lucio Dalla, ha raggiunto per quattro volte la finale del Premio Tenco e si è aggiudicata per tre volte il Premio Lunezia. Questo suo nuovo disco è una preziosa reinterpretazione in chiave acustica de “L’infinitamente piccolo” di Angelo Branduardi – l’album in cui il cantautore di “Alla fiera dell’Est” mise in musica le “Fonti Francescane” – in un omaggio intimo ed elegante al compositore e alla poetica del santo umbro. Abbiamo scambiato quattro chiacchiere con Patrizia Cirulli per capire da dove sia nata l’idea di un progetto così particolare.
«Nel 2020 iniziai quasi per gioco a canticchiare “Il sultano di Babilonia e la prostituta” in una versione più lenta e riflessiva. Mi era piaciuto il risultato, ma era rimasta soltanto un’idea. Un paio di anni dopo, parlando con l’ex direttore artistico della Emi Mimmo Paganelli, gli feci ascoltare la mia versione e lui mi suggerì di reinterpretare altri brani de “L’infinitamente piccolo”. Ero però impegnata con un altro progetto e la cosa si fermò lì. Poi, nell’agosto del 2023, mi sono ritrovata inspiegabilmente a canticchiare “Audite poverelle”, altro brano di quell’album. Senza rendermene conto ero rientrata nel mood de “L’infinitamente piccolo”, che evidentemente mi stava ‘chiamando’. Amo Branduardi, amo San Francesco, ma più di tutto sentivo qualcosa che mi stava arrivando da qualche parte dentro di me».
Quest’anno ricorrono peraltro gli 800 anni del “Cantico delle Creature”, uno dei testi più straordinari della spiritualità francescana, rendendo la rilettura di Cirulli ancora più significativa. Il risultato è un disco che suona moderno – nonostante l’impianto acustico e l’approccio d’un tempo – e non è una semplice summa di cover, ma una reinterpretazione a tutto tondo in cui a spiccare sono la cura degli arrangiamenti, il calore degli strumenti e la voce di Patrizia, nel segno dell’essenzialità: «L’album originale di Branduardi è un capolavoro, con una strumentazione ricca e una produzione molto elaborata. Noi, invece – e lo dico con un sorriso – abbiamo fatto una sorta di ‘versione francescana’, essenziale. Ci siamo detti: “Dobbiamo fare qualcosa di rispettoso dell’album originale, ma con una nostra identità”. Perché se rifai un disco, devi metterci qualcosa di tuo. Altrimenti che senso ha mettere mano a un capolavoro?».
E se la musica fa il suo, ascoltare certe parole oggi, in un mondo dilaniato dalle guerre e sempre più distante, emoziona ancora di più. È successo anche a chi le ha dovute cantare: «Ho un modo di interpretare che mi porta proprio dentro la canzone, un po’ come fanno gli attori. Non la osservo dall’esterno, ci entro dentro, perché per essere credibile e sentirla davvero devi viverla. E certi testi ti portano in un viaggio mica da poco, perché in quel momento stai parlando con Dio. Francesco sta davvero dialogando con il Creatore o comunque ti sta mostrando qualcosa di sacro e profondo. Quindi, alla fine, fai i conti anche con te stesso. C’è un doppio livello di risonanza: quella musicale e quella interiore».
di Federico Arduini
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- Tag: musica, Musica italiana
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