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Modà

Modà, tra Sanremo e il nuovo disco: “Siamo rimasti sempre fedeli a noi stessi”

Abbiamo scambiato quattro chiacchiere con Kekko dei Modà su Sanremo 2025, sul nuovo disco e sulla data di San Siro a giugno

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Modà, tra Sanremo e il nuovo disco: “Siamo rimasti sempre fedeli a noi stessi”

Abbiamo scambiato quattro chiacchiere con Kekko dei Modà su Sanremo 2025, sul nuovo disco e sulla data di San Siro a giugno

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Modà, tra Sanremo e il nuovo disco: “Siamo rimasti sempre fedeli a noi stessi”

Abbiamo scambiato quattro chiacchiere con Kekko dei Modà su Sanremo 2025, sul nuovo disco e sulla data di San Siro a giugno

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Abbiamo scambiato quattro chiacchiere con Kekko dei Modà su Sanremo 2025, sul nuovo disco e sulla data di San Siro a giugno

Manca sempre meno all’inizio della 75esima edizione del Festival di Sanremo e tra i protagonisti spicca indubbiamente il nome dei Modà, in gara quest’anno con il brano “Non ti dimentico”. L’occasione giusta per scambiare quattro chiacchiere con il frontman del gruppo, Francesco “Kekko” Silvestre, sul percorso che negli anni li ha portati a calcare i palchi più importanti del nostro Paese davanti a migliaia di persone, a togliersi grandissime soddisfazioni (passando attraverso momenti difficili) e che li vedrà tornare a San Siro il prossimo 12 giugno: «Ci sono sempre alti e bassi, momenti buoni, meno buoni ed eccellenti. Oggi per esempio parliamo ancora di San Siro, in estate torneremo negli stadi. Nella vita c’è sempre qualcosa da affrontare e periodi come quelli che abbiamo vissuto insegnano che bisogna crederci sempre» ci confida Silvestre. «Alla fine non abbiamo mai stravolto il nostro modo di fare musica: siamo rimasti fedeli a noi stessi, anche se le mode cambiano».

Essere sempre stati sé stessi è indubbiamente un elemento cardine della cifra dei Modà, anche quando cambiare (magari per inseguire tendenze) sarebbe stata la scelta più facile: «Credo che la coerenza sia il nostro punto di forza. Non abbiamo mai cercato di adattarci forzatamente a qualcosa che non ci apparteneva. Abbiamo visto tanti colleghi fare scelte sorprendenti, a volte quasi impensabili, pur di allinearsi a una certa tendenza. Noi che invece non lo abbiamo mai fatto, abbiamo pagato le conseguenze in termini di classifiche, visibilità e passaggi radiofonici. Ma almeno non ci siamo mai snaturati. E continueremo su questa strada, con tutto il cuore e tutta la passione che abbiamo».

Nonostante la musica di oggi sia sempre più governata dai numeri e da logiche che spesso prescindono dal valore artistico, per Kekko il vento forse sta iniziando a cambiare: «Credo stia tornando – e tornerà sempre di più – la voglia di musica da ascoltare, non solo da sentire. A dimostrarlo è il fatto che artisti come Max Pezzali, che ha saputo creare una trasversalità generazionale insieme a pochi altri (mi viene in mente Vasco Rossi), riescono ancora oggi a portare ai loro concerti sia le vecchie generazioni che i loro figli. E questo è bellissimo: i genitori, che sentono la mancanza di un certo tipo di musica, portano i figli ad ascoltarla per far loro scoprire qualcosa di più vero. Noi siamo sempre stati conosciuti per la melodia, per il bel canto, per quel pop che, anche se leggero, racconta qualcosa. La mia musica non è impegnata, ma parla di amore ed emozioni. Ecco, io credo che tutto questo stia cominciando a mancare a molti». E a proposito di canzoni d’amore, nella serata delle cover a Sanremo i Modà duetteranno con Francesco Renga sulla sua “Angelo”, a vent’anni dalla sua vittoria e dal loro primo Festival nella sezione giovani. Una scelta che Silvestre ci spiega così: «Francesco è uno dei miei più grandi amici in questo mondo della musica che spesso può sembrare una scatola vuota. Ma le persone vere esistono ancora e lui è sicuramente una di quelle».

Il 14 febbraio uscirà anche il nuovo disco dei Modà, “Otto canzoni”, che racchiude molte sfumature dell’universo sonoro della band e che suona caldo e diretto come poche cose ascoltate negli ultimi anni qui in casa nostra. Tra i brani spicca “Cash”, che Kekko ci dice avere un significato tutto particolare: «È una canzone speciale per me, perché l’ho dedicata a uno dei miei più grandi amici che è mancato due anni fa in un incidente in moto. Inizialmente si sarebbe dovuta intitolare “Non ti dimentico”, che è poi il pezzo che porterò a Sanremo. Infatti la prima parte di quest’ultimo era nata proprio nel testo di “Cash”. Ma poi mi sono reso conto che stavo raccontando il mio dolore e non chi era lui. Così ho deciso di fermarmi e riscrivere tutto, per raccontare la storia di Cash, non la mia sofferenza. Perché quella, purtroppo, rimane mia».

In “Forse” c’è spazio anche per una riflessione nostalgica sul nostro presente rispetto ai tempi in cui tutto sembrava più vero: «Oggi trovi i ragazzi tutti davanti a un bar, con la testa bassa sul telefono. Nessuno parla, nessuno si guarda negli occhi. Noi, senza telefoni in mano, ci inventavamo cosa fare. Anche senza un soldo in tasca trovavamo il modo di passare il tempo. I venerdì, i sabati, i mercoledì… Ogni sera era un’occasione per vivere davvero, per parlare, guardarsi, fare qualcosa. Forse è proprio questa la nostalgia che ho raccontato nella canzone. Mi chiedo: che vita è questa? E poi ti rendi conto che, in un modo o nell’altro, sei complice anche tu. Alla fine ti ritrovi anche tu a guardare il telefono, chiedendoti che cosa ci sia di così importante lì sopra. Non è che vivo nel passato, il problema è che questo presente mi sta stretto. E non mi piace».

di Federico Arduini

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