Un evento Mma nella Casa Bianca, l’accordo fra Trump e la Ufc. Parla Alex Dandi
La Ultimate Fighting Championship (Ufc) è al lavoro per realizzare un evento all’interno della residenza ufficiale del presidente Donald Trump. Le parole Alex Dandi, ‘voce’ italiana della Ultimate Fighting Championship dal 2010

Un evento Mma nella Casa Bianca, l’accordo fra Trump e la Ufc. Parla Alex Dandi
La Ultimate Fighting Championship (Ufc) è al lavoro per realizzare un evento all’interno della residenza ufficiale del presidente Donald Trump. Le parole Alex Dandi, ‘voce’ italiana della Ultimate Fighting Championship dal 2010
Un evento Mma nella Casa Bianca, l’accordo fra Trump e la Ufc. Parla Alex Dandi
La Ultimate Fighting Championship (Ufc) è al lavoro per realizzare un evento all’interno della residenza ufficiale del presidente Donald Trump. Le parole Alex Dandi, ‘voce’ italiana della Ultimate Fighting Championship dal 2010
Ma quale boutade: l’ipotesi di portare le arti marziali miste alla Casa Bianca è concreta, anzi concretissima. La Ultimate Fighting Championship (Ufc) è al lavoro per realizzare un evento all’interno della residenza ufficiale del presidente Donald Trump. La conferma è arrivata direttamente dal tycoon. E negli ultimi giorni sono emersi dettagli sulla pianificazione del programma di incontri che dovrebbero tenersi nel giugno del 2026, per festeggiare i 250 anni dell’indipendenza degli Stati Uniti d’America.
«Ce l’abbiamo fatta, ci impossesseremo di Washington DC per una settimana»: questo l’annuncio di Dana White, presidente della più importante organizzazione nel campo delle arti marziali miste, al termine dell’ultimo summit con Trump. La macchina organizzativa è già in moto e si profila un evento senza precedenti, a partire dalla cerimonia del peso al Lincoln Memorial. La gabbia ottagonale dovrebbe essere posizionata nel South Lawn, mentre l’entrata degli atleti potrebbe prevedere un passaggio dallo Studio Ovale. Non ci sono certezze sul numero di spettatori, ma verranno installati maxi-schermi all’Ellipse e in altre aree circostanti.
«Queste prime indiscrezioni sono attendibili per varie ragioni. Il legame tra Dana White e Trump è noto e di lungo corso. Senza dimenticare che il presidente Usa è una presenza costante agli eventi Ufc» ci racconta Alex Dandi, ‘voce’ italiana della Ultimate Fighting Championship dal 2010. «Sono un amante della cultura pop e auspico che succeda. Di certo sarebbe una fotografia perfetta dei tempi che corrono». E c’è un aspetto da non sottovalutare: «Credo che sarà un incubo gestire la sicurezza di un evento del genere, per questo resto ancora un po’ scettico».
Impossibile non tornare sul legame fra White e Trump. Non è un mistero che The Donald abbia sfruttato la Ufc per attrarre i voti dei più giovani: «Bisognerebbe ricordare che White un po’ di anni fa era considerato un democratico. Poi c’è stata una conversione naturale, ma più in senso ‘trumpiano’ che ‘repubblicano’» osserva Alex Dandi.
«In tempi non sospetti, quando White non era così coinvolto nella Ufc, Trump era già attivo nelle Mma e metteva a disposizione i suoi spazi per gli eventi. Per molti anni gli organizzatori hanno seguito una linea “niente politica”, mentre adesso sono per il “freedom of speech”: un bel concetto, sia chiaro, che però lascia voce a chiunque e a certe sciocchezze che andrebbero confutate. Penso a un fighter come Bryce Mitchell che definì Hitler “un bravo ragazzo”». Ma non solo: «La Ufc aveva policy molto restrittive sui tatuaggi politici. Oggi nessuno dice nulla se un lottatore ha tatuati sul corpo disegni di ispirazione neonazista».
Il deus ex machina della Ufc è stato uno dei protagonisti della campagna presidenziale di Trump, ma in Italia non è così conosciuto. Chi ha avuto a che fare con lui è Mara Romero Borella, unica fighter italiana a combattere per questa organizzazione: «Ho incontrato Dana White due volte, la prima nel 2017. Mi è sembrato un po’ ‘viscido’, ma forse è così per il ruolo che ricopre. Ha un potere assoluto, decide tutto lui. Però è sempre disponibile e più tu dai spettacolo più lui ti dà ricchi bonus».
Una cosa è certa, la Ufc è il massimo: «È il livello più alto in assoluto. Un’organizzazione che si occupa di tutto, il lottatore si deve soltanto preoccupare di salire sull’aereo e prepararsi a combattere. Sono maniacali, pensano loro a tutto, anche ai dettagli più piccoli. Ti fanno sentire davvero importante. Purtroppo in Italia non funziona così: ho combattuto per varie organizzazioni, ma se tutti vogliono andare in Ufc un motivo c’è…».
Chi saranno i protagonisti di quella che è stata ribattezzata la “Baddest Card of All Time” (cioè l’evento più spietato di sempre)? Perfino una leggenda del settore come Conor McGregor ha dichiarato di voler fare il suo ritorno, dopo quattro anni di assenza dagli ottagoni. Stesso discorso per l’ex campione dei pesi massimi e dei massimi leggeri Jon Jones, che ha annunciato il suo ritiro solo pochi mesi fa: «Ma Dana White non si fida più di lui, paradossalmente crede di più in McGregor. Anche se credo che alla fine non ci sarà nessuno dei due» prevede Alex Dandi. «Il nuovo modello di business non sarà più legato alla formula pay-per-view e l’evento alla Casa BIanca è già un evento in sé: non hanno bisogno del grande nome per ‘vendere’ la serata».
Che cosa aspettarsi dal punto di vista dello spettacolo? «Potrebbero esserci sorprese, il ritorno di qualche vecchia gloria, magari un match titolato. Sarebbe veramente incredibile vedere Khamzat Chimaev (campione dei pesi medi, ndr.), considerando che gli Usa hanno sanzionato il capo della Repubblica cecena Ramzan Kadyrov e Chimaev fa parte del suo entourage».
C’è la fila di fighter pronti a entrare nell’ottagono, ma secondo Mara Romero Borella le politiche sull’immigrazione di Trump potrebbero avere anche un effetto negativo: «È vero, ci sono grandi atleti che vorrebbero tornare a combattere, del resto chi non vorrebbe lottare all’interno della Casa Bianca? Ma c’è anche chi dice agli atleti stranieri che “Se vai a combattere alla Casa Bianca poi rischi che ti deportino…”».
di Massimo Balsamo
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