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Vi racconto i Queen, parla Peter Hince, assistente personale di Freddie Mercury

Lo straordinario successo della mostra-evento “Queen Unseen – Peter Hince”. Le parole di Peter Hince, road manager dei quattro artisti e assistente personale di Freddie Mercury
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Dopo lo straordinario successo riscosso a Torino, Rimini e Roma, è arrivata anche a Milano la mostra-eventoQueen Unseen – Peter Hince” che svela aspetti inediti e sconosciuti dell’iconica band capitanata da Freddie Mercury e capace di segnare la storia della musica rock. In programma fino al prossimo 21 aprile presso la Fondazione Luciana Matalon (Foro Buonaparte 67), è un viaggio esperienziale che consente ai fan e ai semplici curiosi di entrare in contatto con gli oggetti appartenuti al gruppo e con le immagini inedite fermate nel tempo da chi i Queen li ha conosciuti davvero bene, vivendoci in simbiosi per oltre dieci anni: parliamo di Peter Hince, road manager dei quattro artisti e assistente personale di Freddie Mercury. «Questa mostra rappresenta un viaggio in ricordi meravigliosi, è bello avere l’opportunità di condividerli perché per tantissimi anni non sono stati disponibili al pubblico» ci racconta lo stesso Hince. Un pensiero va alla Blu&Blu Network, che ha prodotto e organizzato la mostra-evento con oltre cento fotografie e più di un centinaio di cimeli, memorabilia, oggetti e documenti vari, tutti rigorosamente originali. L’ex road manager si dice molto orgoglioso del suo lavoro, reso possibile dallo straordinario rapporto instaurato con la band, a partire da Freddie Mercury. «Sono fortunato ad aver raccolto queste fotografie negli anni, ma se non avessi avuto l’idea e non ci avessi lavorato tanto duramente, questa mostra non sarebbe mai esistita. Le persone dicono: “Sei stato soltanto fortunato”. Ma penso da sempre che più lavori duramente, più ti dai da fare e più attirerai su di te la fortuna». Fra i pezzi più interessanti della mostra troviamo l’asta del microfono utilizzata da Freddie Mercury nel suo ultimo concerto, una chitarra di Brian May autografata, i costumi di scena usati per il videoclip di “Radio Ga Ga”, un piatto autografato e le bacchette della batteria di Roger Taylor. «Non ho foto dei primissimi tempi, ma la mostra riesce comunque a descrivere bene il viaggio compiuto dalla band. Il pubblico ha l’opportunità di scoprire i veri Queen: dai momenti in studio di registrazione a quelli privati, uno sguardo a tutto tondo che si trasforma in un’esperienza molto bella» dice ancora l’ex assistente personale di Freddie Mercury. L’archivio di Hince permette di ampliare la conoscenza sulla band che ha rivoluzionato la musica degli ultimi cinquant’anni e che ancora oggi riesce a essere straordinariamente attuale. Le fotografie evocano ricordi indelebili: «Il gruppo era sempre molto professionale, così come il resto dei collaboratori. Freddie in particolare era molto esigente e pretendeva che il resto della band si adeguasse al suo livello. Se questo non accadeva, si lamentava parecchio. Dovevi essere sempre preciso e pronto, gli sono molto grato per questo». Fra il serio e il faceto, Hince ci regala altri aneddoti del suo rapporto con Mercury: «Credere in sé stessi e lavorare tanto era il suo mantra. Ci diceva sempre: “Se lo fai con qualità e lo fai con stile va bene, altrimenti meglio non farlo proprio”. E aggiungeva: “Indossa soltanto pantaloni attillati”. No, ora sto scherzando. Ma a inizio carriera Freddie indossava pantaloni così stretti da non lasciare nulla all’immaginazione e la gente ci scherzava su. Quello che molti non sanno è che i Queen prendevano sì la musica molto sul serio, ma erano anche molto ironici: avevano un lato leggero e incredibilmente divertente». di Massimo Balsamo

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