app-menu Social mobile

Skip to main content
Scarica e leggi gratis su app

“I processi pubblici saranno sfruttati dal governo iraniano” – T. Marino

In Iran si sta assistendo da un lato alla prosecuzione delle proteste, dall’altro a indicazioni contrastanti: l’ultima riguarda la prima condanna a morte di un giovane di 23 anni, dall’inizio delle manifestazioni a settembre, in seguito alla morte di Mahsa Amini. Una condanna che a sua volta arriva dopo l’annuncio, poi smentito, della sospensione dell’attività polizia morale, mentre la sorella dell’Ayatollah ha preso posizione, nelle scorse ore, a favore di una democratizzazione del Paese. “In realtà si tratta di segnali che mirano ad abbassare la tensione. È possibile che il 16 dicembre possa arrivare un allentamento delle norme sul velo islamico, ma sul lungo periodo non sembra che ci si possano aspettare grandi concessioni o inversioni di rotta”, dice l’esperto. “Lo sciopero degli ultimi giorni, intanto, non ha visto un’adesione massiccia come forse ci si sarebbe aspettati. Colpa anche del fatto che manca una leadership: a guidare le manifestazioni sono ancora gli studenti, ma non c’è stato ancora il supporto, per esempio, della classe operaia e del terziario”, spiega Tiziano Marino, analista del Ce.S.I., Centro Studi Internazionali, sulla situazione in Iran. Intervista a cura di Eleonora Lorusso
|
In Iran si sta assistendo da un lato alla prosecuzione delle proteste, dall’altro a indicazioni contrastanti: l’ultima riguarda la prima condanna a morte di un giovane di 23 anni, dall’inizio delle manifestazioni a settembre, in seguito alla morte di Mahsa Amini. Una condanna che a sua volta arriva dopo l’annuncio, poi smentito, della sospensione dell’attività polizia morale, mentre la sorella dell’Ayatollah ha preso posizione, nelle scorse ore, a favore di una democratizzazione del Paese. “In realtà si tratta di segnali che mirano ad abbassare la tensione. È possibile che il 16 dicembre possa arrivare un allentamento delle norme sul velo islamico, ma sul lungo periodo non sembra che ci si possano aspettare grandi concessioni o inversioni di rotta”, dice l’esperto. “Lo sciopero degli ultimi giorni, intanto, non ha visto un’adesione massiccia come forse ci si sarebbe aspettati. Colpa anche del fatto che manca una leadership: a guidare le manifestazioni sono ancora gli studenti, ma non c’è stato ancora il supporto, per esempio, della classe operaia e del terziario”, spiega Tiziano Marino, analista del Ce.S.I., Centro Studi Internazionali, sulla situazione in Iran. Intervista a cura di Eleonora Lorusso

La Ragione è anche su WhatsApp. Entra nel nostro canale per non perderti nulla!

Iscriviti alla newsletter de
La Ragione

Il meglio della settimana, scelto dalla redazione: articoli, video e podcast per rimanere sempre informato.

    LEGGI GRATIS La Ragione

    GUARDA i nostri video

    ASCOLTA i nostri podcast

    REGISTRATI / ACCEDI