L’Ucraina entri subito in Ue, parla Mariano Giustino, corrispondente di Radio Radicale
Putin “vuole avere un’Ucraina fortemente indebolita militarmente, anzi addirittura demilitarizzata, per riservarsi la possibilità di attaccarla di nuovo”, le parole Mariano Giustino, corrispondente di Radio Radicale

«Non ci siamo mai opposti a una eventuale adesione dell’Ucraina all’Unione Europea e la Nato è un’altra questione Ma è possibile trovare un accordo su garanzie di sicurezza per entrambi i Paesi». Questo il messaggio che Putin ha affidato nei giorni scorsi al primo ministro slovacco Robert Fico. «Propone le stesse garanzie che aveva offerto nel 2022 a Istanbul» ricorda Mariano Giustino, corrispondente di Radio Radicale da Ankara, che quei colloqui li aveva seguiti da vicino. «La sua posizione non è cambiata. Vuole avere un’Ucraina fortemente indebolita militarmente, anzi addirittura demilitarizzata, per riservarsi la possibilità di attaccarla di nuovo quando si ripresenterà l’occasione. E magari questa volta mettere al potere a Kyiv un suo fantoccio».
Perché Putin accetta l’ingresso dell’Ucraina nell’Unione Europea. Lo spiega Mariano Giustino
Putin accetta il suo ingresso nell’Unione Europea «perché sa benissimo che il percorso di adesione richiede molto tempo e quindi avrebbe tutto il tempo per fare dell’Ucraina quello che vuole» spiega Giustino. «Non vi è soltanto la questione dei territori: il negoziato si è arenato sulle garanzie di sicurezza. Per usare un eufemismo, su questo punto prima Steve Witkoff a Mosca e poi Donald Trump in Alaska avevano sostanzialmente ‘frainteso’ Putin. Questo l’ha chiarito molto bene Sergei Lavrov, quando ha detto che anche la Russia dovrebbe essere coinvolta in qualsivoglia dispositivo di garanzia di sicurezza per l’Ucraina. Guarda caso la stessa motivazione per cui fallirono gli incontri di Istanbul del 2022, poche settimane dopo l’invasione, quando l’Ucraina si era detta disponibile a negoziare su alcuni territori e a rivedere certe posizioni».
Per l’Ucraina la garanzia avrebbe dovuto essere il Memorandum di Budapest del 1994, col quale in cambio alla rinuncia al proprio arsenale nucleare aveva ottenuto da Russia, Usa e Regno Unito formali assicurazioni circa la propria sicurezza, indipendenza e integrità territoriale. «Ecco perché Bruxelles può avere adesso un ruolo risolutivo se consente all’Ucraina un ingresso immediato» osserva Giustino. «In tal modo scatterebbe l’articolo 42.7 sulla difesa collettiva, secondo cui se uno Stato membro subisce un’aggressione armata nel suo territorio, gli altri Stati membri sono tenuti a prestargli aiuto e assistenza con tutti i mezzi in loro possesso, in conformità anche all’articolo 51 della Carta delle Nazioni Unite. Non dunque l’articolo 5 del Patto Atlantico – fumoso, generico, debole e poco impegnativo – proposto da Giorgia Meloni.
L’ingresso immediato dell’Ucraina nell’Unione Europea sarebbe invece una vera, ferrea garanzia di sicurezza
L’ingresso immediato dell’Ucraina nell’Unione Europea sarebbe invece una vera, ferrea garanzia di sicurezza. L’articolo 49 del Trattato sull’Unione Europea non esclude il procedimento di adeguamento ex post all’acquis comunitario dello Stato. Fu questa la prassi seguita nei primi 40 anni dopo il Trattato di Roma: accesso riconosciuto subito dopo la conferenza diplomatica di adesione e poi lunghi periodi transitori di adeguamento. Una volta entrata, l’Ucraina potrebbe accettare anche condizioni rassicuranti verso la Russia. Ad esempio essere un membro della Ue neutrale, come Austria o Irlanda. E anche applicare ai territori russofoni uno status simile a quello dell’Alto Adige».
E l’eventuale impiego di truppe dopo la guerra, per garantire il rispetto degli accordi di pace? «La Russia non vuole la Nato, però lo Statuto delle Nazioni Unite autorizza una peace enforcement costituita da Paesi neutrali o partecipanti non in quanto Nato» ricorda Giustino. «Per esempio, la Turchia è un Paese Nato ma opera con la Russia sulle linee di contatto tra Armenia e Azerbaigian e ha rapporti eccellenti sia con la Russia sia con l’Ucraina».
di Maurizio Stefanini
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