Marino: “In Iran una polveriera”
“Il luogo degli avvelenamenti delle bambine di 10 anni non è casuale” – Intervista a Tiziano Marino, analista CeSI ed esperto di Iran
Tiziano Marino, analista CeSI, esperto di Iran, rientrato di recente dalla Repubblica islamica, commenta la notizia dell’avvelenamento alle studentesse di Qom con l’obiettivo di far chiudere le scuole femminili: “La notizia ha creato shock. Il luogo degli avvelenamenti delle bambine di 10 anni non è causale: Qom è l’epicentro della Rivoluzione del 1979, c’è una forte componente conservatrice dell’establishment iraniano, insomma dove ci sono molti settori che vogliono bloccare l’emancipazione femminile nel Paese. In secondo luogo è stata colpita l’anima delle proteste iniziate nel settembre, quindi le studentesse. E poi va tenuto presente che in Iran si sta verificando esattamente quello che sta avvenendo in Afghanistan, dove si impedisce sempre più l’educazione e l’istruzione femminile. Questi segnali insieme sono molto preoccupanti”, commenta Marino.
Intanto le proteste continuano e l’ipotesi è che proseguiranno ancora, perché “si legano a una crisi economica crescente, che potrebbe rinsaldare i due motivi delle manifestazioni: la volontà di progresso sociale e culturale, che viene soprattutto dai giovani, e quella appunto economica, legata a un’inflazione che ha raggiunto il 50% e a export ridotti ai minimi a causa delle sanzioni. Il tutto mentre il Paese vive una condizione di forte isolamento, per l’appoggio offerto alla Russia nella guerra in Ucraina. La situazione è preoccupante, se sommata anche all’alta tensione che si vive nell’area mediorientale, che è una polveriera, con Israele alle prese con grossi problemi interni”, osserva l’analista.
Intervista a cura di Eleonora Lorusso
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