Parla il sindaco Manfredi: “Oggi Napoli è credibile”
Parla il sindaco Manfredi: “Oggi Napoli è credibile, se deve organizzare un evento lo fa e lo sa fare: è la cifra della mia politica”

La festa scudetto, con i bus scoperti sul lungomare, è terminata da poco. A Napoli c’è chi ritiene che il sindaco Gaetano Manfredi – 61 anni, ingegnere, ex rettore dell’Università Federico II, nato ad Ottaviano (area vesuviana), in carica dal 2021 – sia un uomo fortunato. Oltre che un amministratore con vocazione al confronto. Non è certo sceso in campo per il doppio tricolore azzurro in tre anni. Lo ha fatto invece per l’assegnazione al capoluogo campano dell’America’s Cup di vela 2027 (domani la presentazione dell’evento al Castel dell’Ovo), prima volta in Italia per il principale evento velico mondiale.
Ma nelle sue frecce da primo cittadino – è stato anche eletto presidente dell’Anci a fine 2024 – non c’è soltanto lo sport. Anche se la partita d’avvio degli Europei di pallavolo del 2026 sarà giocata in quella piazza del Plebiscito in cui decine di migliaia di tifosi hanno appena gioito per il Napoli campione d’Italia.
Una festa matura che, come ha raccontato lo stesso sindaco a “La Ragione”, ha portato a incassare complimenti trasversali. «Sui nostri cellulari sono arrivati i ringraziamenti da ogni parte del mondo, da personalità di altissimo rilievo, da istituzioni governative» dice orgoglioso Manfredi.
Dal boom turistico – oltre un milione di arrivi tra Pasqua e primo maggio, tre milioni i visitatori stimati per il 2025 grazie anche alla ricorrenza dei 2.500 anni dalla fondazione della città – sino ai dati sull’impiego delle risorse del Pnrr, con il 15% dei 6,2 miliardi di euro destinati al capoluogo campano che sono stati già spesi (dato più alto nella Regione).
Si è parlato di ‘primavera’ di Napoli: ci sono nodi irrisolti, ma si parla di ‘effetto Manfredi’. «Da quando mi sono insediato il mio obiettivo è stato di dare affidabilità e credibilità alla città. Dalle mie esperienze precedenti sapevo che Napoli aveva straordinarie potenzialità, ma anche che dovesse essere credibile e affidabile. Mi sono messo a disposizione di questo progetto insieme a tanti – perché la maggioranza dei napoletani è così – e lo stiamo facendo. Oggi Napoli è credibile, se deve organizzare un evento lo fa e lo sa fare: è la cifra della mia politica. Quando non sarò più in grado di farlo, farò altro» riflette Manfredi, figura progressista di spicco che ha invitato la sua area politica di riferimento a spingere sui referendum dell’8-9 giugno.
Ha anche detto di non volersi candidare alle prossime elezioni regionali. Si ricandiderà a sindaco di Napoli. Mentre per l’assegnazione dell’America’s Cup sono arrivate le congratulazioni – non per semplice grammatica istituzionale – da parte del presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, con cui ha lavorato a fari spenti per settimane. A luglio scorso, da commissario straordinario di Bagnoli (ora lo è anche per il restyling dello stadio Maradona), Manfredi ha firmato con Meloni l’intesa da 1,2 miliardi di euro che dovrebbe sancire dopo decenni la rinascita dell’ex area industriale.
Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, gli ha telefonato dopo il terremoto ai Campi Flegrei di magnitudo 4.6 del 13 marzo scorso. Ed è lungo (da Matteo Piantedosi a Gennaro Sangiuliano e a Raffaele Fitto) l’elenco degli avversari politici con cui ha rapporti di stima e collaborazione. «L’interesse collettivo va oltre quello di parte» ci spiega. «Ognuno di noi ha le proprie idee politiche e usa tutti gli strumenti legittimi del confronto. Ma di fronte all’interesse collettivo le istituzioni devono collaborare, è il principio della democrazia. Sull’America’s Cup c’è stata la collaborazione tra un governo di centrodestra e un’amministrazione comunale di centrosinistra: è così che si deve fare, bisogna guardare all’interesse delle persone».
Di Nicola Sellitti
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