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Proteste trattori, parla Danilo Calvani di Riscatto agricolo

Agricoltori: “Non è una passeggiata, siamo all’inizio e la situazione potrebbe sfuggire”. Le parole di Danilo Calvani, portavoce di Riscatto agricolo
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Nessun trattore fuori dall’Ariston, nessun agricoltore sul palco al Festival di Sanremo. Chi si aspettava di vederli calcare il palco dove sono in gara i big della musica, è rimasto deluso. Nonostante le parole del conduttore Amadeus, che sembrava aver aperto le porte della kermesse ai manifestanti, nessuno è intervenuto nella terza serata. «La Rai si è comportata male. Dopo l’invito ricevuto da Amadeus, ha subito smentito. Siamo amareggiati» spiega Danilo Calvani, portavoce di Riscatto agricolo, l’organizzazione che sta portando avanti la protesta di una parte degli agricoltori in Italia sulla scia di quanto accaduto già in altri Paesi europei. Calvani è alle porte di Roma con molti colleghi e i loro trattori. Annullata la manifestazione prevista nella Capitale in piazza San Giovanni, gli agricoltori si stanno organizzando per la prossima settimana. Ma rimane un presidio «per sensibilizzare l’opinione pubblica. Stiamo sentendo la vicinanza dei cittadini e il loro calore inaspettato che ci sta dando forza. Ci portano persino il cibo» dice. Si attende invece la risposta delle istituzioni: «Il ministro dell’Agricoltura Lollobrigida ha dimostrato di non essere in grado di dare risposte, forse neppure di parlare con un agricoltore: non ha le nozioni tecniche. Aspettiamo altre chiamate: c’è un governo, c’è il Parlamento, qualcuno ci deve rispondere anche perché questi guai li hanno combinati loro. Non c’è altra scelta: o ci danno risposte concrete o questa protesta è destinata ad aumentare e potrebbe anche sfuggire dal controllo» aggiunge Calvani. Per questa fetta di agricoltori che protestano non è che l’inizio: «La situazione è gravissima. Abbiamo scelto l’inverno anche perché i campi richiedono minor cura. Ma se anche in primavera e in estate dovessimo allentare le proteste – per poter lavorare e portare il pane a casa – poi torneremo. Se però non si risolve il problema, a novembre la rabbia potrebbe crescere ancora di più. Io consiglierei alle istituzioni di ascoltare le nostre ragioni, senza fare campagna elettorale». L’obiettivo non è però soltanto la reintroduzione della esenzione dell’Irpef per i redditi agrari e dominicali cancellata nell’ultima legge di bilancio: «Serve eliminare la concorrenza sleale che di fatto si è creata con gli accordi europei, sottoscritti anche dall’Italia. Noi ci troviamo a doverci confrontare non con contadini di altri Paesi esteri come noi, ma con multinazionali che sfruttano altri agricoltori ai quali hanno portato via tutti i terreni, importando poi merce sottocosto con effetto dumping. Sono sempre queste mega aziende a imporre diktat all’Europa» sottolinea Calvani. Se le contestazioni iniziali riguardavano soprattutto il Green Deal, che prevede fra l’altro l’obbligo di lasciare incolto il 4% dei terreni agricoli, ora la protesta è rivolta proprio ai colossi del settore e le critiche non risparmiano neppure Coldiretti, accusata di aver «avallato tutti questi accordi». Quanto al passo indietro di Bruxelles sui pesticidi, Calvani chiarisce: «Non è affatto un’apertura, perché la normativa in materia era già stata bocciata a novembre scorso». La protesta dunque continua e non soltanto in Italia: «Ho sentito i colleghi tedeschi e abbiamo un gemellaggio, siglato a Torino, con quelli francesi: noi abbiamo appena iniziato con i presidi qui alle porte di Roma. Ci vorranno altri cinque o sei giorni per radunare tutti i mezzi. La nostra non è una passeggiata. Non appena saremo pronti agiremo, in base anche alle risposte che ci saranno fornite» conclude Calvani. di Eleonora Lorusso

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