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“Un tribunale speciale per i crimini in Ucraina, più che un’idea”

Eleonora Lorusso intervista Valerio Mancini, analista ed esperto di relazioni internazionali, che ha lavorato per l’OCSE e per UNICRI e UNIDOC, ossia gli uffici delle Nazioni Unite che si occupano rispettivamente di crimine e giustizia, droga e crimine. “Quella di un tribunale speciale per i crimini in Ucraina, commessi da entrambe le parti ma in particolare da parte russa, è ormai più che un’idea: c’è una bozza alle Nazioni Unite, che però al momento rappresenta soprattutto un’arma per esercitare ulteriore pressione su Mosca e sulla ‘cupola’ di potere che ruota attorno al presidente, Vladimir Putin”, spiega l’esperto. La strada sarebbe quella di un tribunale speciale, su modello di quello di Norimberga, perché i tempi rispetto a un Tribunale internazionale “normale” sarebbero più brevi. Ma quanto alla possibilità che sia approvato in sede Onu, occorre fare i conti con il prevedibile veto da parte dei membri permanenti, come la stessa Russia e la Cina. “Per questo oggi viene invocato anche da parte dell’Europa e in particolare dalla presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, come strumento per fermare l’azione russa ed evitare ulteriori escalation: equivarrebbe a una ulteriore sanzione nei confronti di Mosca”, spiega l’analista.   di Eleonora Lorusso
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Eleonora Lorusso intervista Valerio Mancini, analista ed esperto di relazioni internazionali, che ha lavorato per l’OCSE e per UNICRI e UNIDOC, ossia gli uffici delle Nazioni Unite che si occupano rispettivamente di crimine e giustizia, droga e crimine. “Quella di un tribunale speciale per i crimini in Ucraina, commessi da entrambe le parti ma in particolare da parte russa, è ormai più che un’idea: c’è una bozza alle Nazioni Unite, che però al momento rappresenta soprattutto un’arma per esercitare ulteriore pressione su Mosca e sulla ‘cupola’ di potere che ruota attorno al presidente, Vladimir Putin”, spiega l’esperto. La strada sarebbe quella di un tribunale speciale, su modello di quello di Norimberga, perché i tempi rispetto a un Tribunale internazionale “normale” sarebbero più brevi. Ma quanto alla possibilità che sia approvato in sede Onu, occorre fare i conti con il prevedibile veto da parte dei membri permanenti, come la stessa Russia e la Cina. “Per questo oggi viene invocato anche da parte dell’Europa e in particolare dalla presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, come strumento per fermare l’azione russa ed evitare ulteriori escalation: equivarrebbe a una ulteriore sanzione nei confronti di Mosca”, spiega l’analista.   di Eleonora Lorusso

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