È giunta anche in Europa la tradizione americana dell'”Elfo sulla mensola” e i bambini la accolgono con entusiasmo. Ora più che mai, abbiamo bisogno di magia
«E ora questo cosa vuole?». Svegliarsi e trovare – oltre al solito delirio del mattino con bambini urlanti da cambiare, vestire e sfamare – uno strano esserino rosso con valigia e lettera in mano non era esattamente quello che speravamo. Ma essendo persone ospitali, nonostante non abbiamo ancora bevuto il caffè gli diamo il benvenuto e siamo costretti per un attimo a interrompere la routine concitata del mattino per capirne qualcosa di più.
Ebbene, pare che siamo stati scelti da un piccolo elfo, ovviamente aiutante di Babbo Natale, come sua famiglia adottiva per il periodo delle feste natalizie. Il nostro nuovo inquilino ci spiega che da una decina di anni è nata in America una tradizione, ora giunta con qualche variante anche in Europa – “Elf on the shelf” (l’elfo sulla mensola) – per cui dal primo dicembre (in America dal giorno del Ringraziamento) alla vigilia di Natale un elfo tramite una porta magica si trasferisce nelle case dove ci sono bimbi, per controllare e riferire a Babbo Natale come si comportano loro e i loro genitori.
Durante il giorno l’elfo rimane immobile e osserva, poi la notte mentre tutti dormono torna al Polo Nord tramite la porta magica. Prima che la famiglia si svegli, ogni mattina torna nella casa e si nasconde in un posto nuovo. A volte, essendo la sua indole dispettosa, fa scherzi e marachelle.
I bambini sono entusiasti, il primo dicembre è arrivato e non vedono l’ora di avere il loro elfo sulla mensola. Noi genitori nel frattempo andiamo a rileggere il “Manuale del perfetto genitore” per provare a impressionare l’elfo, ma sappiamo già che sarà dura. Niente regali da Babbo Natale neanche quest’anno per mamma e papà, ma l’elfo in realtà il regalo più importante lo ha già fatto: farci fermare un attimo.
E quando sarà nostro ospite: tempo. Tempo che ci ritaglieremo e troveremo per giocare con lui e i bimbi, per godere dell’entusiasmo, dei sorrisi e delle risate di chi ha ancora l’innocenza per credere nelle favole. Perché in questo periodo più che mai abbiamo bisogno di sogni e magia.
Di Federica Marotti
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