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Claudio Palmisano, il suo tocco asseconda i grandi fotografi

L’arte di Claudio Palmisano, famoso per le sue postproduzioni, che lo hanno portato a essere conteso dai più affermati fotografi del pianeta.
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Claudio Palmisano, il suo tocco asseconda i grandi fotografi

L’arte di Claudio Palmisano, famoso per le sue postproduzioni, che lo hanno portato a essere conteso dai più affermati fotografi del pianeta.
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Claudio Palmisano, il suo tocco asseconda i grandi fotografi

L’arte di Claudio Palmisano, famoso per le sue postproduzioni, che lo hanno portato a essere conteso dai più affermati fotografi del pianeta.
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L’arte di Claudio Palmisano, famoso per le sue postproduzioni, che lo hanno portato a essere conteso dai più affermati fotografi del pianeta.
Claudio Palmisano è molto più famoso per le postproduzioni che per le fotografie. La sua incommensurabile conoscenza del digitale lo ha portato a essere conteso dai più affermati fotografi del pianeta, come James Nachtway e Juri Kozirev, pluripremiati al prestigioso World Press Photo, il più importante riconoscimento del fotogiornalismo. Come i fotografi di una volta non potevano aspirare a nulla senza un bravo stampatore, così oggi nell’era del digitale un bravo postproduttore è indispensabile per rendere giustizia a uno scatto di qualità. Basti pensare che Palmisano ha pubblicato un libro dal titolo “Raw e postproduzione” con “National Geographic”, che non ha certo bisogno di presentazioni. Ma anche come fotografo è molto apprezzato, tanto da pubblicare regolarmente su “The New York Times”, “International Herald Tribune”, “Paris Match”, “L’Espresso” e “The National Geographic Magazine”. Un suo scatto del primo gay pride a Roma nel 2000 è stato inserito nel libro “Italia 1945-2005, Le grandi fotografie della nostra storia” edito da Hachette-Contrasto.

Palmisano ama anche il mare e in questi ultimi anni sta attraversando il suo periodo blu.

Nelle sue immersioni il suo sguardo non si ferma su primi piani di murene o variopinti polpi ma su immensità sperdute e panorami irreali, per esplorare l’ebbrezza di ogni tonalità, quella profondità che fa del blu marino un’essenza di smarrimento, un incantesimo di piacere assoluto. Le presenze lontane sparse nelle sue inquadrature, siano esse subacquei o pesci di vario genere, sono attese in una magica composizione armonica dove la luce che dal cielo attraversa la superficie dell’acqua traccia alternanze di raggi e di ombre, avvolte da sua maestà il mare di Linosa. Laddove Palmisano ha trovato la culla della sua passione e trascorre gran parte dell’anno, approfittando della possibilità di lavorare a distanza con il computer.

I suoi molteplici impegni, però, non sempre possono essere assolti dalla sua postazione sull’isola. Insegna all’Isfci, l’Istituto superiore di fotografia, partecipa a conferenze internazionali e le apprezzate mostre sul blu richiedono la sua presenza.

Claudio, nato a Roma il 9 gennaio 1972 e affascinato sin da bambino dai grandi fotografi della Magnum, le cui foto erano stampate mirabilmente, è anche un coscienzioso e attivissimo ecologista. Sta lavorando a un grande progetto sulla migrazione della balenottera comune nel Mar Mediterraneo e spesso opera come fotografo subacqueo per la Guardia costiera italiana. Che i suoi lavori siano giornalistici o creativi o di postproduzione c’è sempre un filo rosso che li collega ed è quella certa lievità, quella ritrosia agli eccessi. Specialmente nella postproduzione: dove molte opere di grandi professionisti sono sofferenti di tinte esagerate, le sue sono riconoscibili perché lontane da quel margine di cattivo gusto e per quel tocco di classe che lo rende tra i più desiderati fotografi marini e postproduttori al mondo.   Di Roberto Vignoli

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