Guglielmo Marconi, il suo trionfo nell’era senza fili
Guglielmo Marconi, lo scienziato e imprenditore che per primo regalò all’Italia il premio Nobel per la Fisica, anche se poi fu costretto a diventare un ‘cervello in fuga’
Guglielmo Marconi, il suo trionfo nell’era senza fili
Guglielmo Marconi, lo scienziato e imprenditore che per primo regalò all’Italia il premio Nobel per la Fisica, anche se poi fu costretto a diventare un ‘cervello in fuga’
Guglielmo Marconi, il suo trionfo nell’era senza fili
Guglielmo Marconi, lo scienziato e imprenditore che per primo regalò all’Italia il premio Nobel per la Fisica, anche se poi fu costretto a diventare un ‘cervello in fuga’
Guglielmo Marconi, lo scienziato e imprenditore che per primo regalò all’Italia il premio Nobel per la Fisica, anche se poi fu costretto a diventare un ‘cervello in fuga’
Nacque esattamente 150 anni fa Guglielmo Marconi, lo scienziato e imprenditore che per primo regalò all’Italia il premio Nobel per la Fisica, anche se poi fu costretto a diventare un ‘cervello in fuga’. Da qualcuno fu definito «Il ragazzo che fece parlare il mondo con il wireless» (cioè ‘senza fili’, per dirla in italiano). Le prime intuizioni le ebbe a Villa Griffone, sull’Appennino bolognese, con la famosa collina dove per la prima volta dimostrò pragmaticamente le sue teorie. Il Comune si chiamava Sasso di Glosina, toponimo medievale della Rupe che domina il fiume Reno e che poi diventerà appunto Sasso Marconi in onore dello scienziato inventore di radio e telegrafia senza fili, che qui realizzò i primi decisivi esperimenti, diventando famoso in tutto il mondo.
Più di novant’anni fa Marconi accese da Roma – grazie a un telecomando transoceanico – le luci del tricolore sul santuario del Cristo Redentore di Rio de Janeiro. Un evento storico, considerati i tempi e la distanza: oltre 9mila chilometri. Era il 1931 e Marconi era già reduce dai trionfi di New York, dove venne festeggiato come un eroe per il primo eclatante soccorso navale che portò al salvataggio degli oltre 1.700 passeggeri del transatlantico statunitense “Republic”. Qualche anno dopo quel tragico primo episodio (nel 1912), il “Titanic” affondò dopo avere lanciato il segnale ‘sos’: Marconi – che si trovava negli Usa – accorse al porto per ricevere i 705 superstiti.
Ma il genio dello scienziato italiano non si ferma all’invenzione del telegrafo senza fili – che seppe appunto industrializzare in Gran Bretagna – e della radio. Nell’era di Internet e del 5G possiamo dire di essere tutti un po’ figli o nipoti di Marconi. Con i suoi studi sulle onde corte, l’inventore e imprenditore bolognese ha spianato la strada allo sviluppo di una quantità di sistemi come i ponti radio, i radioaiuti, il radar e tanto altro ancora. Ma soprattutto all’intero mondo oggi chiamato wireless, dai router senza fili nelle abitazioni ai telecomandi della tv, del cancello di casa o dell’antifurto dell’auto. Lo ha riconosciuto – e confessato alla figlia Elettra Marconi – lo stesso Neil Armstrong, il primo uomo a sbarcare sulla Luna.
Alcune curiosità rendono sempre attuale Marconi. Come Bill Gates e Steve Jobs non si è mai laureato, anzi venne bocciato per ben quattro volte all’esame di Fisica all’Università Bologna. Fece i primi esperimenti in quello che oggi potremmo definire uno dei tanti garage della Silicon Valley. E fu anche obbligato a diventare un ‘cervello in fuga’, trasferendosi in Gran Bretagna prima e in Canada poi per trovare i finanziamenti alle sue idee rivoluzionarie, mentre i colossi Usa della trasmissione via cavo gli facevano una guerra spietata.
Forse l’aspetto più sottovalutato di Marconi è che fu uno dei primi scienziati-imprenditori del Made in Italy: con grande lungimiranza non si limitò infatti a vendere i propri macchinari (brevettati a Londra) ma l’intero ‘servizio’. Mettendo i suoi Marconi men (come li chiamavano gli inglesi) direttamente sulle navi.
di Franco Vergnano
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