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Il capitalismo umanistico di Brunello Cucinelli antidoto al caos

L’imprenditore umbro da anni promuove un modo di fare impresa illuminato. Grazie ai suoi interventi la piccola Solomeo, dove ha sede l’azienda, si conferma polo culturale di grande richiamo. Entro il 2024 anche una biblioteca con 500mila volumi.
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Il capitalismo umanistico di Brunello Cucinelli antidoto al caos

L’imprenditore umbro da anni promuove un modo di fare impresa illuminato. Grazie ai suoi interventi la piccola Solomeo, dove ha sede l’azienda, si conferma polo culturale di grande richiamo. Entro il 2024 anche una biblioteca con 500mila volumi.
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Il capitalismo umanistico di Brunello Cucinelli antidoto al caos

L’imprenditore umbro da anni promuove un modo di fare impresa illuminato. Grazie ai suoi interventi la piccola Solomeo, dove ha sede l’azienda, si conferma polo culturale di grande richiamo. Entro il 2024 anche una biblioteca con 500mila volumi.
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L’imprenditore umbro da anni promuove un modo di fare impresa illuminato. Grazie ai suoi interventi la piccola Solomeo, dove ha sede l’azienda, si conferma polo culturale di grande richiamo. Entro il 2024 anche una biblioteca con 500mila volumi.
Un grande regista e un grande imprenditore accomunati dalla visione di una prospettiva fuori dal comune: saper guardare oltre, da differenti angolazioni, proporre molteplici soluzioni per prevenire questioni. La scena e la vita, in fondo, non sono poi così differenti. Inevitabile dunque accennare un sorriso nell’apprendere dalle pagine social di Brunello Cucinelli, l’imprenditore del cashmere, quanto sia profondo il legame che lo accomuna al rivoluzionario regista britannico Peter Brook che lo scorso 8 novembre, al teatro Cucinelli, ha presentato in prima assoluta in Italia, il suo ‘Tempest Project’, lavoro tratto da “La Tempesta” di Shakespeare. Un  teatro nato grazie alla straordinaria visione dell’imprenditore che – dopo aver trasferito la propria azienda nel borgo medievale di Solomeo in Umbria – lo ha reso il fulcro del suo “capitalismo umanistico”. Un’ espressione, da lui coniata, per indicare un modo diverso di fare impresa e, più in generale, di condurre una vita fatta di “valori e di impegno, di rispetto e di sussidiarietà verso gli altri, una concezione spirituale verso la natura”. È basandosi su questo credo che l’imprenditore, grande appassionato di filosofia e arte, ha costruito il “Foro delle Arti” composto da: un teatro, un anfiteatro, la Biblioteca Neoumanistica Aureliana, la Scuola di arti e mestieri e il Giardino dei filosofi.  Tutti questi elementi costituiscono uno spazio raro dove il lavoro non rappresenta una fase alienante della propria giornata, ma richiama tempi più antichi, tornando al lavoro artigianale “con la chiara idea del valore primario della persona umana, dando alla stessa dignità morale ed economica”. Solomeo infatti, rappresenta la “periferia” intesa come luogo lontano dal caos dove creare e vivere lontani dalle imposizioni ma strutturati per raggiungere un modello di vita equilibrato, produttivo, soprattutto rispettoso dell’altro e di ciò che ci circonda.  Ma la sua visione, che previene prima di curare, ha investito non solo nel presente ma anche nel futuro. La Scuola di arti e mestieri, inaugurata nel 2013, trasmette queste virtù ai giovani, che attraverso lo studio di moda e sartoria recuperano i valori del lavoro artigianale. Come tassello aggiuntivo, prenderà vita entro il 2024 la Biblioteca Universale nella ex villa settecentesca Guidarello. Un’ampia struttura di 2 mila metri quadrati destinata ad accogliere tra i 400 e i 500 mila libri acquisiti dalla fondazione, che abbracceranno le discipline di filosofia, architettura, letteratura, poesia e artigianato, sempre aperta ai visitatori.  La filosofia dei Cucinelli ci porta a credere nuovamente nell’arte e nella cultura. L’arte salverà il mondo? Alcuni imprenditori forse, hanno il potere di farlo davvero. di Elena Bellanova

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