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La lettera di Paolo Sorrentino a Massimo Troisi

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È il 1991 quando un giovanissimo Paolo Sorrentino scrive una lettera a Massimo Troisi per lavorare con lui. Oggi quella lettera è arrivata a noi grazie ai social

La lettera di Paolo Sorrentino a Massimo Troisi

È il 1991 quando un giovanissimo Paolo Sorrentino scrive una lettera a Massimo Troisi per lavorare con lui. Oggi quella lettera è arrivata a noi grazie ai social

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La lettera di Paolo Sorrentino a Massimo Troisi

È il 1991 quando un giovanissimo Paolo Sorrentino scrive una lettera a Massimo Troisi per lavorare con lui. Oggi quella lettera è arrivata a noi grazie ai social

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È il 1991: Paolo Sorrentino, dal Vomero, quartiere borghese di Napoli, ha 21 anni, sta studiando Economia e Commercio ma non sa che cosa farsene di questa laurea. Agognava già da giovanissimo al mondo dell’arte e del cinema.

Sbarbato, grondante di idee, progetti e creatività, con fare timido misto a sfacciato, scrive una lettera a Massimo Troisi, all’epoca considerato dalla critica uno dei migliori attori italiani: gli chiede di voler lavorare per lui, così, con quell’audacia di un ragazzo che ha già deciso cosa fare nella vita. La lettera, esposta nella mostra dedicata all’attore scomparso “Troisi poeta Massimo”, inaugurata nel giugno 2019 a Roma con oltre 80 scatti privati e immagini d’archivio, locandine e carteggi privati, è rimbalzata sui social grazie alla pubblicazione su Twitter di una foto della giornalista Giulia Bianconi.

La lettera rivela  un Paolo Sorrentino intento a collaborare con Troisi come aiuto-regista. Timidezza e introversione lo spinsero a tornare a Napoli dopo aver tentato il  trasferimento a Roma, la culla dell’arte, che spesso divora il talento, vittima dei meccanismi perversi dell’amichettismo patinato. E infatti, trent’anni dopo, Sorrentino realizzò il ritratto della  Capitale come malata e stanca ne La Grande Bellezza, vincendo un Oscar.  Sorrentino sarà stato sugli spilli, dopo aver spedito la lettera a Troisi in cui si augurava di ricevere una risposta “perché spero di poter fare cinema piuttosto che lavorare in qualsiasi altro campo con la mia futura laurea in Economia e Commercio”. 

Non si conosce se Troisi abbia mai risposto alla lettera di Sorrentino. Quel che è certo è che i due non lavorarono mai insieme. Forse non ce ne fu neanche il tempo: Troisi sarebbe morto appena un paio di anni dopo.

Ma tuttavia a Sorrentino resterà la folgorazione artistica per Massimo. Alla  presentazione del film “È stata la mano di Dio”,  Sorrentino ha sottolineato:“Non c’è Fellini, non c’è altro, solo il cinema di Massimo Troisi, dall’inizio alla fine“. Col senno di poi, il cinema non li ha “disuniti: forse, è stata la mano di Dio”

Di Felice Massimo De Falco

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