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“Neapolis 2500”, per celebrare i 2500 anni della città. Pupi Avati: “Nella storia del cinema moderno Napoli vanta forse i migliori registi italiani” – IL VIDEO

2500 anni dalla fondazione di Napoli. È stato svelato il programma di “Neapolis 2500”, istituito dal ministero degli Esteri e dal ministero della Cultura. Con una dotazione di 7 milioni di euro e un pacchetto di eventi per la celebrazione della data di fondazione della città campana

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È stato svelato oggi alla Prefettura di Napoli il programma di “Neapolis 2500”, istituito dal ministero degli Esteri e dal ministero della Cultura. Con una dotazione di sette milioni di euro. E un pacchetto di eventi da maggio a dicembre per la celebrazione della data di fondazione della città campana. Nell’occasione è stato svelato anche il logo della rassegna. “Un logo a forma di ‘N’ che raffigura Napoli come una musa. Un’ispiratrice delle arti e delle scienze ma anche di cinema, teatro, arte, innovazione” ha detto il prefetto di Napoli, Michele di Bari.

Neapolis 2500. Le dichiarazioni del regista Pupu Avati

È intervenuto da remoto alla presentazione, tra gli altri, anche il regista Pupi Avati. Uno dei membri del comitato nazionale della manifestazione e che dirigerà un docufilm sulla figura di Benedetto Croce. Il primo appuntamento in programma è il 26-27 maggio. Con la riunione sulla sicurezza della Nato con i Paesi della sponda sud del Mediterraneo e del Golfo, alla presenza del ministro Antonio Tajani. La rassegna prevede anche un omaggio a Totò. Con un fine settimana di 24 ore ininterrotte di spettacoli tra il 4 e il 5 ottobre. In cui si esibiranno al Teatro San Carlo 20 compagnie teatrali delle oltre 200 attive in città.

“Napoli dispone di 250 compagnie teatrali. Mai avrei immaginato che il censimento ci avrebbe detto che ce ne fossero addirittura 250” ha detto Pupi Avati. Che a proposito del cinema partenopeo ha aggiunto: “Nella storia del cinema moderno Napoli vanta al momento forse i migliori registi italiani. Quindi va ricordato il cinema di oggi, non solo quello di ieri”.

di Nicola Sellitti

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