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Quando Rolls-Royce rese potente Stalin

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In piena crisi postbellica, Rolls-Royce decise di fare affari con l’Urss vendendo motori a Stalin. Una partnership tecnologica che stemperò le tensioni con Mosca ma causò disastri sul piano della difesa. Quegli errori del passato sembrano non avere insegnato molto

Quando Roll-Royce rese potente Stalin

Quando Rolls-Royce rese potente Stalin

In piena crisi postbellica, Rolls-Royce decise di fare affari con l’Urss vendendo motori a Stalin. Una partnership tecnologica che stemperò le tensioni con Mosca ma causò disastri sul piano della difesa. Quegli errori del passato sembrano non avere insegnato molto

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Quando Rolls-Royce rese potente Stalin

In piena crisi postbellica, Rolls-Royce decise di fare affari con l’Urss vendendo motori a Stalin. Una partnership tecnologica che stemperò le tensioni con Mosca ma causò disastri sul piano della difesa. Quegli errori del passato sembrano non avere insegnato molto

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Nel 1945 Stalin divenne ossessionato dal divario dell’Urss con gli Stati Uniti e il Regno Unito nell’aviazione militare. Visto il ruolo cruciale delle ‘fortezze volanti’ e dei caccia Spitfire nell’annientamento della Germania nazista. Ma l’Urss uscita dal conflitto era arretrata nel settore aeronautico specie sui motori a reazione. I primi jet sovietici montavano motori di scarsa resistenza e durata, clonati da modelli tedeschi del periodo bellico.

Artëm Ivanovič Mikojan e Michail Iosifovič Gurevič, progettisti del futuro MiG-15, erano consci che i motori britannici Rolls-Royce Nene e Derwent fossero superiori. Stando ai documenti dell’epoca, fu Mikojan a insistere strenuamente con Stalin, appoggiato a spada tratta dal ministro dell’Industria aeronautica Michail Chruničev. «Se vogliamo competere con l’Occidente, dobbiamo ottenere quei motori». L’Urss non poteva permettersi anni di ricerca per colmare il gap mentre la Guerra fredda incombeva. Dal canto suo, Stalin era estremamente scettico sulla possibilità di convincere il governo di sua Maestà britannica a fornirgli tecnologia avanzata in un settore cruciale e altamente strategico: «Quali imbecilli ci venderebbero i loro segreti?» obiettò alle insistenze di Mikojan. Ma alla fine decise che tentare non avrebbe nuociuto.

Il ruolo fondamentale dell‘economia postbellica

Il ministro degli Esteri Vjačeslav Michajlovič Molotov e il capo del famigerato Nkvd Lavrentij Pavlovič Beria furono così incaricati di sondare il clima politico a Londra. L’intelligence sovietica segnalò che il governo laburista di Clement Attlee, pur anticomunista, era disposto a valutare la vendita per rilanciare l’economia postbellica e non considerava l’Urss come una minaccia diretta. Alla lettura dei rapporti, uno Stalin entusiasta parafrasò Lenin: «Se i capitalisti sono così stupidi da venderci la corda con cui li impiccheremo, compriamola».

Superando un muro di resistenze in seno al governo, nel 1946 Attlee e il cancelliere dello Scacchiere Hugh Dalton autorizzarono così la vendita per soli usi civili dei motori Nene e Derwent – fra i più avanzati al mondo – in base a due considerazioni che si rivelarono un gigantesco errore: la Rolls-Royce era in piena crisi postbellica e l’export in Urss le avrebbe garantito liquidità e posti di lavoro; una partnership tecnologica avrebbe stemperato le tensioni con Mosca.

Rolls-Royce, Stalin e il capitalismo britannico

Secondo lo storico John Ericsson «il capitalismo britannico non vendette solo motori a Stalin: gli regalò un decennio di supremazia aerea». I motori Rolls-Royce vennero rapidamente riprodotti, denominati Klimov VK-1 e montati sul nuovissimo MiG-15, un aereo che per diversi anni conferì ai sovietici la superiorità sulle aviazioni occidentali. Un’altra versione venne montata sul bombardiere tattico Ilyushin Il-28. Il MiG-15 fu utilizzato contro le forze Onu nella guerra di Corea con devastante efficacia, perché surclassava in velocità e manovrabilità i jet della coalizione filoccidentale, come i Lockheed P-80 e i Gloster Meteor. Soltanto l’invio urgente di tre squadriglie del caccia statunitense più avanzato (chiamato F-86 Sabre) ristabilì un precario equilibrio. Nei due anni successivi i Sabre e i MiG-15 avrebbero duellato nella “MiG Alley”, sul corso del fiume Yalu.

Questo episodio dovrebbe costituire un monito severo sui disastri causati dal pragmatismo economico e dall’ingenuità nelle relazioni con regimi autoritari ostili. Ma dopo quasi ottant’anni in Occidente non abbiamo ancora introiettato la lezione. Si continua a fornire tecnologie sensibili a dittatori e autocrati, mentre i governi della Nato fingono di ignorare chi viola le sanzioni contro la Russia.

Di Fabio Scacciavillani

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