Realpolitik, contrapporsi all’iconografia prodotta dal potere
| Cultura
Al via il festival dell’estate al BASE di Milano. Tra le mostre, anche quella fotografica “Realpolitik”, a cura del collettivo Cesura e Contemporary Cluster
Realpolitik, contrapporsi all’iconografia prodotta dal potere
Al via il festival dell’estate al BASE di Milano. Tra le mostre, anche quella fotografica “Realpolitik”, a cura del collettivo Cesura e Contemporary Cluster
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Realpolitik, contrapporsi all’iconografia prodotta dal potere
Al via il festival dell’estate al BASE di Milano. Tra le mostre, anche quella fotografica “Realpolitik”, a cura del collettivo Cesura e Contemporary Cluster
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AUTORE: Claudia Burgio
Dal 22 giugno al 2 luglio torna il festival dell’estate al BASE di Milano, dal titolo “DI BASE STONIAMO”. Il palinsesto estivo, offerto dal centro culturale, con oltre 50 giorni di programmazione e 70 eventi, vedrà la partecipazione di 120 artisti. Ad aprire le danze due “mostre stonate”: “Queer Pandemia” a cura dell’Associazione TWM Factory e “Realpolitik”, a cura del collettivo Cesura e in collaborazione con Contemporary Cluster.
Due mostre che racchiudono “voci fuori dal coro”, per trasmettere il messaggio che non vi sia un’unica e sola voce, né una sola posizione, ma al contrario, sono proprio le sfumature a raccontare un tutt’uno. Da qui l’intenzione di rompere canoni, pregiudizi e stereotipi – che accompagnano ancora oggi la nostra società – attraverso il concetto di “mostruosità”. Ovvero, affrontare tutto quello che ci spaventa per riuscire a vederlo con occhi diversi.
Ad incutere paura e spavento, sono proprio gli sguardi dei ritratti dei politici italiani presenti nella mostra “Realpolitik” di CESURA, realizzati da Luca Santese e Marco P.Valli. La mostra, caratterizzata da 7 titoli, ricalca i principali passi della politica italiana degli ultimi 5 anni. Dagli scatti effettuati nel 2018, in occasione delle elezioni di marzo, sono state poi selezionate le 24 immagini più iconiche del presente politico del nostro Paese.
“L’intenzione è di produrre in tempo reale una contro-iconografia, rispetto a quella che la politica produce di sé stessa. Oggi il personaggio politico, grazie all’avvento dei social, può scavalcare l’intermediazione che una volta invece esisteva con i giornali e la televisione”, spiegano i due fotografi. Il fine, dunque, è di riappropriarsi di un’interpretazione in contrapposizione con un’iconografia che non sia solo quella prodotta dal potere, ma che vi siano anche critica e satira del contesto politico.
Di Claudia Burgio
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