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Signore della notte e custode dell’occulto: oggi si celebra la giornata del gatto nero – IL VIDEO

Origini e storia delle superstizioni sui gatti neri. Sono stati anche identificati come i fidati compagni e “messaggeri”… di presunte streghe

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Signore della notte e custode dell’occulto: oggi si celebra la giornata del gatto nero – IL VIDEO

Origini e storia delle superstizioni sui gatti neri. Sono stati anche identificati come i fidati compagni e “messaggeri”… di presunte streghe

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Signore della notte e custode dell’occulto: oggi si celebra la giornata del gatto nero – IL VIDEO

Origini e storia delle superstizioni sui gatti neri. Sono stati anche identificati come i fidati compagni e “messaggeri”… di presunte streghe

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Origini e storia delle superstizioni sui gatti neri. Sono stati anche identificati come i fidati compagni e “messaggeri”… di presunte streghe

La storia dei gatti va di pari passo con quella dell’umanità, infatti, le prime tracce rilevanti della nostra convivenza risalgono all’antico Egitto – intorno al 2000 a.C. – anche se nel 2004 a Cipro sono stati rinvenuti dei resti di gatto vicino a una sepoltura datata intorno al 7500 a.C. Gli Egizi, per primi, hanno divinizzato l’animale sfingeo che si era guadagnato il suo posto nella società nutrendosi spontaneamente di ratti, serpenti velenosi e altri parassiti che infestavano i granai regali. Pure l’antica Roma ha dimostrato una vera e propria fascinazione per questi felini eleganti e versatili che venivano importati proprio dalle colonie africane. Dapprima allevati come simbolo di status quo nelle domus della nobiltà romana, con il passare del tempo si diffusero in tutto l’Impero e in tutti gli strati della popolazione divenendo una specie endemica.

L’origine del gatto domestico, secondo gli studi più recenti, si colloca nella regione della Mezzaluna Fertile, in Mesopotamia, anche se oggi ne esistono svariate razze. Oggi, però, domenica 17 novembre si celebra la “Giornata del Gatto Nero” istituita dall’Associazione Italiana Difesa Animali ed Ambiente (Aidaa) nel 2006 a seguito di una bufala circolata sui media che, sulla base di statistiche inventate, denunciava l’uccisione di 60 mila gatti neri avvenuta in Italia nell’anno precedente. Una data scelta perché segna il culmine dell’autunno, la stagione di Halloween e delle streghe a cui i gatti neri vengono associati nelle credenze popolari. Questa provocazione mira a sensibilizzare la percezione che abbiamo di questi animali. Il gatto nero non proviene da una razza specifica – attualmente ce ne sono ventidue – ma deve in origine la sua colorazione a una mutazione genetica del classico brown tabby, ovvero il tigrato grigio-marrone, l’aspetto ancestrale del gatto domestico.

Ma da dove nascono le superstizioni sul gatto nero? Venerato dunque dai romani, il gatto viene prima affidato sotto l’ala protettrice della dea Diana la ninfa dei boschi che, successivamente, dall’Alto Medioevo in poi con il declino dei culti pagani, venne a sua volta associata alla pratica della stregoneria. Questo particolare ha contribuito a identificarlo, nei secoli a venire, come il fidato compagno e “messaggero” delle presunte streghe. Papa Gregorio IX, intorno al 1200, arrivò ad accusare gli stessi di essere delle streghe sotto mentite spoglie ordinando la loro epurazione. Nella mitologia celtica, si trovano creature demoniache come i Cat Sìth che da docili gattini potevano trasformarsi in enormi creature assetate di sangue. Un altro motivo per il quale i gatti neri non godevano di ottima fama era anche legato alla loro anatomia. Secondo interpretazioni più pragmatiche, infatti, quando un gatto nero si parava di notte dinnanzi a una carrozza trainata da cavalli, questi terrorizzati alla vista dei loro occhi nel buio si ribaltavano causando gravi incidenti. Questi episodi, uniti alle credenze popolari, diedero al gatto nero la nomea di signore dell’occulto, “emissario del diavolo” e portatore di sventura in Europa e in tutti i territori successivamente colonizzati.

Custodi, dunque, di segreti pericolosi e memorie millenarie, queste creature per secoli trascendono il confine tra il mondo terreno reale e quello divino. In Occidente il gatto non conobbe un vero e proprio riscatto almeno fino al Romanticismo, quando grazie alla portanza distinta e fiera diviene l’animale romantico per eccellenza. In Oriente, invece, i gatti neri sono visti da sempre come dei talismani portatori di buona sorte. In Giappone, secondo una superstizione popolare del periodo Edo, si credeva che i gatti neri potessero curare la tubercolosi e allontanare le turbe amorose. Intelligente, diffidente e indecifrabile, oggi il gatto è l’animale più in voga di sempre: secondo i ricercatori consultati da New Scientist sono più di 204 milioni, mentre i cani sarebbero meno di 173 milioni.

di Angelo Annese

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