Ventiquattro Elle, la prima escape room dedicata a Gianni Rodari
A Verbania, in Piemonte, verrà inaugurata la prima escape room ispirata a “C’era due volte il barone Lamberto” dell’indimenticato e indimenticabile Gianni Rodari.
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Ventiquattro Elle, la prima escape room dedicata a Gianni Rodari
A Verbania, in Piemonte, verrà inaugurata la prima escape room ispirata a “C’era due volte il barone Lamberto” dell’indimenticato e indimenticabile Gianni Rodari.
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Ventiquattro Elle, la prima escape room dedicata a Gianni Rodari
A Verbania, in Piemonte, verrà inaugurata la prima escape room ispirata a “C’era due volte il barone Lamberto” dell’indimenticato e indimenticabile Gianni Rodari.
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A Verbania, in Piemonte, verrà inaugurata la prima escape room ispirata a “C’era due volte il barone Lamberto” dell’indimenticato e indimenticabile Gianni Rodari.
Il 23 ottobre, nella Biblioteca Civica Pietro Ceretti di Verbania a pochi km da Omegna, città natale di Gianni Rodari, verrà inaugurata “Ventiquattro Elle”, la prima escape room ispirata allo scrittore e alla sua novella “C’era due volte il barone Lamberto”.
Pubblicata nel 1978 e tradotta in 11 lingue, narra la storia del barone Lamberto, ricco possidente di ben 24 banche sull’isola di San Giulio, sul lago d’Orta. La routine si spezza con l’arrivo di 24 banditi che chiedono ad ognuno dei Direttori delle 24 banche un riscatto: il resto è scrittura rodariana, con continui colpi di scena, fantasiose conseguenze e un finale aperto nelle mani del lettore.
In Ventiquattro Elle, che prende il nome proprio dal numero 24 che è il filo conduttore dell’opera, i giocatori saranno chiamati ad esplorare la villa del barone per 90 minuti e completare insieme una missione risolvendo codici, enigmi e indovinelli provando a salvare così il barone e l’isola.
L’idea e la sua realizzazione, sinonimo di eccellenza su più livelli.
Dal punto di vista grafico è interamente progettata e realizzata dallo studio di game design indipendente We Are Müesli di Milano, fondato dalla visual designer Claudia Molinari e dallo scrittore creativo Matteo Pozzi. L’obiettivo, più che raggiunto, era convogliare le fantasie e le associazioni mentali che solo uno scrittore come Rodari riusciva a stimolare nel mondo reale, in una continua scoperta e riscoperta del lascito culturale della sua penna. Il gioco partecipativo dell’escape room risponde perfettamente all’obiettivo e si presta ad un successo assicurato non solo tra i più giovani. Da un punto di vista letterario e culturale, Gianni Rodari si conferma ancora oggi il pedagogista-scrittore di cui non ne abbiamo mai abbastanza. Il suo mezzo ed il suo fine erano la creatività, come da lui stesso spiegato nel suo unico testo teorico “Grammatica della fantasia”: “Nelle nostre scuole, generalmente parlando, si ride troppo poco. L’idea che l’educazione della mente debba essere una cosa tetra è tra le più difficili da combattere. Con un po’ di esercizio, è possibile prendere lezioni di ottimismo anche da Giacomo Leopardi”.La biblioteca come luogo di apertura
L’intero progetto, infine, si colloca all’interno di una biblioteca che, per natura, è luogo di aggregazione e di apertura ma che fa però fatica, negli ultimi tempi, a trovare una sua fetta di pubblico. Proprio per questo Andrea Cassina, coordinatore del Sistema Bibliotecario della provincia di Verbania, Cusio e Ossola, ha dichiarato: “Le biblioteche in questi anni stanno vivendo una profonda trasformazione: le abitudini culturali, l’uso del tempo libero, la transizione digitale sono tutti fattori che chiedono alle biblioteche di lavorare per stare al passo coi tempi per proporre occasioni culturali che incontrino sempre meglio l’interesse dei cittadini”. Ne avevamo già parlato analizzando il progetto di Atlante Calvino di come il digitale, se correttamente sfruttato, possa arricchirsi ed arricchire a sua volta il panorama umanistico. Si chiamano Digital Humanities: una disciplina emergente che si autodefinisce “un campo diverso che comprende la pratica della ricerca umanistica attraverso la tecnologia dell’informazione”. La maggior parte dei progetti di rilievo sono finanziati dall’UE (circa 7 milioni di euro nel 2020/21) con risultati, non sempre entusiastici ( solo 6 progetti su 24 risultano, ad oggi, operativi): “il motivo è un’eccessiva autoreferenzialità che ha reso questi progetti fermi in una terra di mezzo, né umanistica né digitale. Tantissimi progetti nascono senza un obiettivo preciso, non aggiungendo nulla di innovativo al mondo: ad esempio, un progetto di una biblioteca del Nord Europa ha previsto la digitalizzazione dei manoscritti in antico norreno per cercare le annotazioni in latino. Si tratta per lo più di prove di penna, privi di un contenuto rilevante: il progetto è costato 6 milioni di euro.” spiega Francesco Tissoni, docente di Editoria Multimediale presso l’Università degli Studi di Milano. Ventiquattro Elle è un progetto bello, indipendente ed italiano. Un omaggio a Rodari a cui torna indietro quanto seminato nella sua vita di scrittore e pedagogista: fantasia e ottimismo.La Ragione è anche su WhatsApp. Entra nel nostro canale per non perderti nulla!
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Tag: Arte
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