Volere tutto e subito
La maggior parte dei progetti di intrattenimento sembra vivere sotto la spinta di una forza acceleratrice: quella del tutto e subito
Volere tutto e subito
La maggior parte dei progetti di intrattenimento sembra vivere sotto la spinta di una forza acceleratrice: quella del tutto e subito
Volere tutto e subito
La maggior parte dei progetti di intrattenimento sembra vivere sotto la spinta di una forza acceleratrice: quella del tutto e subito
La maggior parte dei progetti di intrattenimento sembra vivere sotto la spinta di una forza acceleratrice: quella del tutto e subito
Un tempo i saggi predicavano che la calma è la virtù dei forti. Osservando l’odierna industria dell’intrattenimento appare evidente che qualcosa dev’essere andato storto nel tramandare questo insegnamento. La maggior parte dei progetti sembra infatti vivere sotto la spinta di una forza acceleratrice: quella del tutto e subito.
Si prenda l’ultimo caso nel ramo cinematografico: l’atteso “The Batman 2” (seguito del successo targato Matt Reevs del 2022) è stato rimandato al 2027. Apriti cielo: su Internet schiere di fan hanno sollevato un putiferio al limite dell’isteria, tanto da costringere James Gunn, co-ceo del nuovo universo cinematografico DC, a spiegare che un intervallo di cinque o più anni tra un film e il suo sequel è piuttosto comune, citando esempi come i sette anni tra “Alien” e “Aliens”.
Niente di nuovo sotto il sole, dunque. Eppure, la percezione del pubblico è cambiata. Non c’è più voglia di attendere, ma non è solo quest’ultimo ad avere responsabilità. Che senso ha annunciare un film con così tanto anticipo rispetto alla sua uscita? Per alimentare l’hype? Per soddisfare una presunta curiosità? È un cane che si morde la coda. Non va meglio nel ramo musicale, dove le canzoni ‘usa e getta’ sono ormai la norma. E che dire dell’industria videoludica? Un tempo i giochi uscivano completi, mentre oggi lo diventano soltanto dopo due anni di patch. È necessario un cambio di paradigma: torniamo al passato, torniamo alla calma. Sarà un progresso.
Di Federico Arduini
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