Washington capitale d’Italia
Washington, non solo Joe Biden e Giorgia Meloni: le tracce di italianità sono tantissime. Ne parliamo con la curatrice dell’Italian American Museum (IamDc)
Washington capitale d’Italia
Washington, non solo Joe Biden e Giorgia Meloni: le tracce di italianità sono tantissime. Ne parliamo con la curatrice dell’Italian American Museum (IamDc)
Washington capitale d’Italia
Washington, non solo Joe Biden e Giorgia Meloni: le tracce di italianità sono tantissime. Ne parliamo con la curatrice dell’Italian American Museum (IamDc)
Washington, non solo Joe Biden e Giorgia Meloni: le tracce di italianità sono tantissime. Ne parliamo con la curatrice dell’Italian American Museum (IamDc)
Washington – Dell’incontro a inizio marzo fra Giorgia Meloni e Joe Biden rimangono le immagini di strette di mano, sorrisi e quel bacio affettuoso sui capelli da parte del presidente Usa alla presidente del Consiglio, ricevuta alla Casa Bianca in un clima che ha portato la stampa americana a definire Meloni come la ‘cocca’ dell’inquilino della White House.
Nonostante la distanza politica, i rapporti fra i due sono infatti saldi e cordiali, frutto di un legame tra i due Paesi che passa anche da decenni di immigrazione. Come la stessa Meloni ha sottolineato, ricordando che «le nostre relazioni sono arricchite dalla presenza di oltre 20 milioni di italoamericani».
«È vero e la storia di Washington – unica nel suo genere – lo conferma: nel 1850 risultavano residenti solo 74 italiani nati sul posto, ma già nel 1929 erano diventati 4mila» osserva Anna Isgro, curatrice dell’Italian American Museum della capitale americana (IamDc).
Nato nel 2020 anche grazie a una generosa donazione di Robert A. Facchina, il museo si trova a pochi passi dal Campidoglio e dalla Casa Bianca e permette una sorta di viaggio in quel Made in Italy tanto caro a Meloni. «Non tutti sanno che il busto del presidente George Washington dentro la Casa Bianca fu realizzato dal nostro connazionale Giuseppe Ceracchi e che la colossale statua del Memorial di Lincoln fu scolpita dall’italiano Attilio Piccirilli insieme ai suoi cinque fratelli, assemblando 28 blocchi di marmo provenienti dalle cave toscane di Carrara. Gran parte dei rilievi e delle statue in marmo di Capitol Hill (progettato su modello del Pantheon a Roma) sono poi opera degli scultori Giuseppe Franzoni, Enrico Causici e Francesco Iardella, mentre l’“Apoteosi di George Washington” nella Rotonda del Campidoglio è firmata da Costantino Brumidi, soprannominato “il Michelangelo di Washington”» aggiunge Francesco Isgro, presidente e ceo di Casa italiana Sociocultural Center e dell’IamDc.
«Le sei sculture sulla facciata di Union Station sono firmate da Andrew Bernasconi, mentre le foglie d’oro che decorano il grande soffitto in gesso arrivano dall’Italia. Anche alcune delle sculture della Suprema corte sono di Robert Morigi (il Mosè) e Carlo Franzoni (Giustizia); il Watergate, sviluppato dalla società italiana Sgi e tra i primi centri polivalenti della città, rappresenta un esempio di modernismo firmato dall’architetto futurista Luigi Moretti, mentre il direttore di progetto era Giuseppe Cecchi» sottolinea Liz DiGregorio, direttrice del Museo, dove si trovano anche alcune sorprese come la foto del 1936 della squadra di baseball dei Romans in cui spicca un giovane Frank Stallone, padre dell’attore Sylvester.
L’elenco delle tracce di italianità è lungo, ma il museo guarda anche al presente e condivide gli spazi con Casa Italiana dove c’è una Scuola di Lingua: «Offriamo corsi di italiano per adulti e bambini, parificati» spiega la direttrice Federica Petracci. A frequentare le lezioni, il sabato mattina, sono figli di lavoratori all’estero o di italoamericani che desiderano mantenere viva la cultura d’origine. Un esempio? «Lisa Marie Franchetti, attuale capo delle operazioni navali della Us Navy nonché prima donna ammiraglio americana, che ha scelto per il figlio la scuola italiana presso Casa Italiana. Abbiamo però anche un progetto di scambio rivolto ai ragazzi delle superiori, che coinvolge due istituti americani di Washington e del Maryland e due italiani in Liguria e in Abruzzo» spiega Simonetta Baldassari, coordinatrice proprio di Twinning Project Italia-Usa.
Insomma Washington parla e chiama l’Italia.
di Eleonora Lorusso
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