Fischio e vaporetto di Topolino, l’intuito di Walt Disney verso l’innovazione
Questione di lana caprina: Topolino – o, per meglio dire, Mickey Mouse – non è un personaggio fumettistico, bensì del mondo dell’animazione
Fischio e vaporetto di Topolino, l’intuito di Walt Disney verso l’innovazione
Questione di lana caprina: Topolino – o, per meglio dire, Mickey Mouse – non è un personaggio fumettistico, bensì del mondo dell’animazione
Fischio e vaporetto di Topolino, l’intuito di Walt Disney verso l’innovazione
Questione di lana caprina: Topolino – o, per meglio dire, Mickey Mouse – non è un personaggio fumettistico, bensì del mondo dell’animazione
Questione di lana caprina: Topolino – o, per meglio dire, Mickey Mouse – non è un personaggio fumettistico, bensì del mondo dell’animazione
Questione di lana caprina: Topolino – o, per meglio dire, Mickey Mouse – non è un personaggio fumettistico, bensì del mondo dell’animazione. Uno ius soli metafisico, che rivela l’ordine d’importanza del cinema per l’azienda Disney. Sin da subito il Walt eponimo si era infatti interessato ai disegni animati per le loro potenzialità in ambito pubblicitario, in un’epoca in cui potevano essere visti soltanto nelle sale. Da una stanza ben gremita di disegnatori si potevano realizzare filmati molto ambiziosi, superando le offerte della concorrenza filmica sia nella fantasia sia per i costi minori (rispetto alle scenografie e ai costumi più impegnativi).
Una visione condivisa col socio Ubbe Ert Iwerks detto Ub, che nel Laugh-O-Gram Studio che avviano nel 1921 ricopre il ruolo di capo animatore. La loro prima azienda ha però degli inizi sfortunati e presto devono vendere persino la telecamera di Walt per un biglietto di sola andata per Hollywood, dove troveranno altri guai prima del successo. Il primo personaggio antropomorfo con una certa popolarità creato da Walt Disney e Ub Iwerks nella loro rinascita artistica losangelina non è infatti un topo, bensì un coniglio. Quando i Disney Brothers Cartoon Studio – fondati nel 1923 da Walt col fratello Roy – creano per la Universal Pictures il personaggio di Oswald il coniglio fortunato, la buona sorte sembra finalmente arridergli. Tuttavia quattro anni dopo la Universal decide di internalizzare la produzione dei cortometraggi di Oswald, che prendono una piega più slapstick grazie anche al contributo di un giovane Tex Avery (che diverrà famoso in seguito per i suoi lupi allupati dagli occhi telescopici).
Ub e Walt si ritrovano dunque coi rubinetti improvvisamente a secco, ma con un’esperienza artistica alquanto rilevante. Rimangono poi tutti i precedenti bozzetti e fogli d’animazione di Oswald. Ub li prende e cambia le orecchie del coniglio in padiglioni tondi. Alle brachette aggiunge due bottoni, che già incominciavano ad apparire nei loro ultimi Oswald. Disney lo vuole chiamare Mortimer, forse riprendendo la moda per nomi ingessati come quello del loro perduto Osvaldo. Per fortuna la moglie Lillian gli consiglia di usare l’abbreviativo di Michele (Mickey) e il personaggio è pronto. Inizialmente si pensa di disegnarlo con due vibrisse per lato, quelle che di solito chiamiamo baffi per l’antropomorfismo implacabile con cui misuriamo il mondo. Aggiungendogli addirittura un fiocco da scolaro, per indicare il suo censo e la sua alterità rispetto allo squattrinato coniglio che andrà a sostituire. Vince però l’idea di un topolino povero e lavoratore, di cui i fratelli Disney producono due cortometraggi.
“L’aereo impazzito” e “Topolino gaucho” – entrambi muti – non trovano però né l’entusiasmo del pubblico alla première né un distributore. Il debutto del personaggio riescono a ottenerlo soltanto con “Steamboat Willie”, famosissima prima apparizione nei circuiti filmici di Topolino (sebbene sia la terza opera che lo vede come protagonista). Ispirato a “Io… e il ciclone” di Buster Keaton, la vera forza di questo corto non è però il citazionismo. Da sempre attento alle novità tecnologiche, Walt Disney capisce immediatamente l’importanza del distribuire un film con la nuova possibilità dell’audio sincronizzato. È in pratica grazie al fischio del suo vaporetto che Topolino si guadagna l’interesse dei distributori, trovandosi così catapultato negli schermi di tutti gli Stati Uniti d’America. E il resto non sarà che una conseguenza di quel fischio fortunato.
di Camillo Bosco
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- Tag: fumetti
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