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Francesca D’Aloja, vita e avventura

Parla Francesca D’Aloja, prima attrice , poi regista e infine scrittrice di successo: “Ho sempre avuto unurgenza di uscire dalla comfort zone”
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Francesca D’Aloja, vita e avventura

Parla Francesca D’Aloja, prima attrice , poi regista e infine scrittrice di successo: “Ho sempre avuto unurgenza di uscire dalla comfort zone”
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Francesca D’Aloja, vita e avventura

Parla Francesca D’Aloja, prima attrice , poi regista e infine scrittrice di successo: “Ho sempre avuto unurgenza di uscire dalla comfort zone”
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Parla Francesca D’Aloja, prima attrice , poi regista e infine scrittrice di successo: “Ho sempre avuto unurgenza di uscire dalla comfort zone”
Ci accoglie con un sorriso luminoso, altissima, gli occhi intensi e la voce sensuale. Quando parla e si racconta, Francesca DAloja è una donna di enorme fascino. È quel tipo di persona che si butta con vitalità e slancio nelle cose in cui crede; grazie al fuoco vivo che lalimenta ha imparato a esplorarsi in diverse modalità: prima attrice (ha lavorato con Özpetek, Scola, Marco Risi), poi regista e infine scrittrice di successo (proprio in questi giorni sta presentando la sua ultima fatica: Spiriti”, edito da La nave di Teseo).

«Ho sempre avuto unurgenza di uscire dalla comfort zone – ci spiega – per andare alla ricerca di luoghi fisici ma non solo: anche di sensibilità il più lontano possibile da me. Questo mi rende in qualche modo unesploratrice di anime e territori». Un’inquietudine che Francesca ha probabilmente sviluppato restando molto presto orfana da parte di padre e avendo vissuto contemporaneamente un altro trauma: l’essere stata abbandonata dalla madre, che ha lasciato lei e il fratello gemello con una governante quand’erano appena quattordicenni. «Ho perdonato mia mamma solo di recente» rivela. «In qualche modo però la devo ringraziare, perché ho capito che se sono la persona che sono sicuramente è perché ho molto sofferto. Chissà, se non avessi vissuto questa esperienza probabilmente adesso sarei una di quelle donne viziate e annoiate».

Tutto si può dire tranne che la vita di Francesca sia noiosa. Attrice intensa, regista ispirata, compagna di personaggi affascinanti e famosi: Alessandro Gassman da giovanissima, Marco Risi (figlio del grande regista Dino) e infine lo scrittore pluripremiato Edoardo Albinati. Non facciamo in tempo a dirle che sembra il personaggio di un romanzo, che risponde con prontezza «E invece i romanzi mi sono messa a scriverli!», rivendicando una scelta maturata dopo aver lasciato la recitazione. «Non mi dava più stimoli. Crescendo si cambia e la mia curiosità mi ha portato altrove: prima alla regia e poi alla scrittura. Con Edoardo giriamo il mondo e scriviamo reportage; siamo appena tornati dall’Afghanistan. È un uomo sapiente ma non saccente, con lui imparo ogni giorno e questo per me in un rapporto è fondamentale». Stiamo pensando a una sorta di “sindrome del maestro” quando ci confida: «Ho sentito molto la mancanza della figura paterna. Pensi che Vittorio Gassman, durante la mia relazione con Alessandro, si è prestato con estrema generosità a colmare questa lacuna, forse perché – avendo vissuto la mia stessa esperienza – conosceva bene cosa si provi».

A questo punto Albinati compare nella stanza e Francesca letteralmente s’illumina. Quando poi parla del figlio, Tano Risi, lascia da parte sillogismi e ragionamenti: «Si occupa di cinema, è veramente una persona carismatica che riesce a catalizzare lattenzione su di sé in un modo naturale». Le chiediamo se tornerebbe a recitare se diretta proprio da lui e a questo punto, divertita e meravigliata, risponde: «Oddio, non ci ho mai pensato. Sì, credo che con lui tornerei immediatamente a fare cinema!».

di Renata Sortino

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