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Viaggiare nel Regno Unito: ora serve il passaporto (e non solo)

Per volare in UK, dal 1° Ottobre la carta d’identità non basterà più, salvo eccezioni. Cambiano le regole anche per l’assistenza sanitaria  in caso di bisogno. I documenti necessari prima di partire per evitare brutte sorprese.

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Viaggiare nel Regno Unito: ora serve il passaporto (e non solo)

Per volare in UK, dal 1° Ottobre la carta d’identità non basterà più, salvo eccezioni. Cambiano le regole anche per l’assistenza sanitaria  in caso di bisogno. I documenti necessari prima di partire per evitare brutte sorprese.

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Viaggiare nel Regno Unito: ora serve il passaporto (e non solo)

Per volare in UK, dal 1° Ottobre la carta d’identità non basterà più, salvo eccezioni. Cambiano le regole anche per l’assistenza sanitaria  in caso di bisogno. I documenti necessari prima di partire per evitare brutte sorprese.

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Per volare in UK, dal 1° Ottobre la carta d’identità non basterà più, salvo eccezioni. Cambiano le regole anche per l’assistenza sanitaria  in caso di bisogno. I documenti necessari prima di partire per evitare brutte sorprese.

Dal 1°Ottobre per poter entrare nel Regno Unito non basterà più la carta d’identità ma sarà necessario essere muniti di passaporto; lo stabilisce il documento sui confini, il The Border Operating Model. Cambiano quindi le condizioni di viaggio, siano esse per motivi di studio o lavoro che per turismo, che porteranno inevitabilmente a conseguenze sul piano economico e ad una rimodulazione degli assetti anche per quegli  italiani residenti in UK regolarmente iscritti all’A.I.R.E. (l’anagrafe degli italiani residenti all’estero). Alla base la Brexit, la tanto discussa separazione tra UK ed Ue: un percorso lungo ed intricato che inizia il 23 giugno 2016 con il Referendum sulla Brexit (parola nata dalla crasi Britain e exit). Con una percentuale di votanti altissima (72,21% su numero di elettori) il risultato è l’uscita di scena del Regno Unito con 51,89% favorevoli e 48,11% di contrari. Un testa a testa accompagnato da polemiche, manifestazioni di protesta e un crollo della sterlina, nelle sole due ore successive all’annuncio, del -7% rispetto all’Euro. Da quel momento si è aperta una fase di transizione, necessaria alla creazione di un piano di normative interne per implementare la Brexit e, al contempo, ristabilire dei nuovi e necessari equilibri internazionali. Fase di transizione culminata nel 1° ottobre, con la messa in pratica delle normative su viaggi e spostamenti. 

Passaporto obbligatorio salvo eccezioni

Il passaporto sarà obbligatorio per i turisti ed anche per bambini e ragazzi in UK per motivi di studio. Almeno fino al 2025, il passaporto non verrà invece richiesto non solo ai cittadini residenti in modo permanente nel Regno Unito (settled) e provvisorio (pre-settled) ma anche per chi ha un permesso di lavoro frontaliero o per chi entrerà nel Paese per necessità mediche (S2 Healtchare).

Assistenza sanitaria e patente di guida

Cambi di rotta anche sul fronte dell’assistenza medica: la tessera sanitaria non sarà più valida e, per tale ragione, il Governo e le compagnie aeree consigliano di munirsi prima del viaggio di una polizza assicurativa. La patente di guida resta invece valida, purché, anche in questo caso, muniti di assicurazione. Una serie di limitazioni che rischiano di incrinare i rapporti tra UK e Ue in modo irreversibile. Pensiamo ai soli nostri connazionali nel Regno Unito: secondo i dati raccolti dal Consolato generale d’Italia a Londra, nel 2020 gli italiani ufficialmente residenti nel Regno Unito, Scozia e Irlanda del Nord sono 430.000. Di questi, la maggioranza hanno tra i 18 ed i 40 anni per lo più residenti nella capitale Londra e occupati soprattutto in turismo e ristorazione. Sempre nel 2020, complice la pandemia, è avvenuta una vera e propria fuga: circa 1,3 milioni di italiani hanno lasciato il Paese. Solo a Londra sono andati persi dai 700 ai 900 posti di lavoro. Una decisione, quella della Brexit, che sembra diventare l’anticamera di una chiusura irragionevole, forse troppo lontana dai principi di libertà e scambio culturale su cui l’Europa continua a fondare la sua esistenza.  

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