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Elogio di un capezzolo distratto

Un incidente capitato alla modella Kaia Gerber al Met Gala di New York
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Elogio di un capezzolo distratto

Un incidente capitato alla modella Kaia Gerber al Met Gala di New York
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Elogio di un capezzolo distratto

Un incidente capitato alla modella Kaia Gerber al Met Gala di New York
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Un incidente capitato alla modella Kaia Gerber al Met Gala di New York

La domanda è amletica e richiede la giusta considerazione prima di una risposta: meglio un capezzolo distratto o un didietro politicamente impegnato, magari per chiedere più tasse ai ricchi? Non scambiateci per maschilisti (comunque, anche se lo fate, non ce ne importa granché) ma non abbiamo dubbi: meglio il capezzolo distratto.

Il dilemma shakespeariano si è imposto dopo aver guardato il fuori programma capitato al Met Gala di New York dove la modella Kaia Gerber, figlia ventenne di Cindy Crawford, ha visto fare capolino, per un attimo, dall’abito che indossava un capezzolo, subito flashato dai fotografi.

Nel rutilante mondo della moda capita. O meglio, capitava. Perché oggi la messa in scena dell’impegno è diventata – anche lì – abitudine assai praticata, conforme a questi tempi dove va bene il lusso purché sopravviva in chi lo pratica un gran senso di colpa. Proprio al Met Gala era successo che la politica americana Alexandria Ocasio-Cortez arrivasse con un abito-manifesto che recava scritto sul retro: “Tassate i ricchi”. Frase facile (tanto che è stata criticata pure dalla sinistra americana). A voler essere realisti e non moralisti, è facile per i ricchi scansarle, le tasse.

Ragion per cui, con tutto lo sforzo possibile che l’epoca social – dove anche il corpo è il messaggio – si porta appresso, non abbiamo tentennamenti: tra un retro (d’abito) impegnato sulle tasse e un capezzolo che sbuca, scegliamo il secondo.

È un istante, ma soprattutto non c’è lo spazio per scriverci sopra.

 

di Jean Valjean

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