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DCA, confusione e devianze

DCA, confusione e devianze

I Disturbi del Comportamento Alimentare rappresentano la seconda causa di morte nel mondo. Eppure, la confusione regna sovrana e la serietà, politica e non, scarseggia.
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I Disturbi del Comportamento Alimentare rappresentano la seconda causa di morte nel mondo. Eppure, la confusione regna sovrana e la serietà, politica e non, scarseggia.
La confusione genera ambiguità e scarsa lucidità sulle scelte da intraprendere: tutto ciò di cui non necessita un tema così delicato ma in crescita nella società contemporanea che va sotto il nome di DCA, Disturbi del Comportamento Alimentare. È ciò di cui si è discusso stamane presso la sede di Regione Lombardia nel convegno “DCA: a che punto siamo?” con il Presidente del Consiglio regionale Carlo Borghetti, esponenti di diverse associazioni umanitarie – in primis Filolilla, promotore del panel– e la partecipazione del Ministro delle Disabilità Alessandra Locatelli. Sono sempre più numerose le iniziative per sensibilizzare l’opinione pubblica sui disturbi alimentari visti i numeri preoccupanti, aggravati dalla pandemia. Il recente scandalo della ritmica italiana ha acceso ulteriormente i riflettori sul problema dopo le denunce a pioggia delle ex ginnaste che accusano l’intera Federazione di aver taciuto per anni di fronte a comportamenti reiterati di violenza psicologica causa di disturbi alimentari. Ma andiamo per gradi. Durante la campagna elettorale, Fratelli d’Italia pubblicò sui suoi social un post che definire “deviante” è dire poco. Nella lista delle devianze giovanili che il partito prometteva di combattere proprio attraverso lo sport (ironia del destino), figuravano anche anoressia e bulimia. Patologie croniche, non di certo devianze, di cui si conosce ancora troppo poco in termini di prevenzione, cura e conseguenze psicofisiche. Il post fu poi rimosso e la Meloni mise una toppa puntando sulla compassione non solo rivelando di averne sofferto in tenera età ma di conoscerne bene i meccanismi considerato che la madre, Anna, ne soffre da tempo (la mamma è obesa). “Come potrei definire deviata la donna che amo?”, scrisse. Scuse velate che non hanno sanato la rabbia di chi è entrato in quel vortice senza fine che caratterizza il disturbo alimentare. L’intervento del Ministro della Disabilità Locatelli segue un po’ questa scia confusionale. La sua presenza, anziché quella più pertinente del Ministro della Salute Schillaci, è stata ‘giustificata’ dalla “trasversalità della mia delega che mi consente di poter entrare nelle discussioni e sollecitare ove bisogno verso gli altri ministeri al fine di riempire i vuoti che questo tema si trascina da tempo”. Confusione, terribile confusione. Eppure i dati parlano chiaro: le statistiche parlano di 3,5-4 milioni di italiani (di cui il 70% nella fascia d’età 15-24 anni) affetti da Dca. La seconda causa di morte nel mondo (dopo gli incidenti stradali) per l’Oms. Borghetti calca la mano rivelando che l’allora Assessore al Welfare della Regione Lombardia, Letizia Moratti, non era mai riuscita a dare un numero effettivo di ricoverati per tali patologie nel territorio, parlando di dati in “corso di ricognizione” principalmente a causa del fatto che non tutti possono e vengono ricoverati in un reparto specializzato. In virtù di questo, pare siano sempre “i piccoli” a fare la differenza e lo dimostra la tenacia dell’ex farfalla azzurra Anna Basta che ha deciso di sporgere, appena 24 ore fa, denuncia formale alla Procura contro gli abusi della Fgi. Intanto, su richiesta del procuratore Michele Rossetti, è stato istituito un pool investigativo che prevede l’aggiunta della procura federale del Coni, per procedere a verificare la trasparenza del procedimento nelle indagini. In attesa che la parola confusione venga sostituita con serietà.   di Raffaela Mercurio

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