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Dolcificanti

I dolcificanti e il loro risvolto

Il gusto dolce attiva il sistema di ricompensa del cervello e favorisce piacere. Di fonti di zucchero e dolcificanti ne troviamo ormai a piacimento ma bisogna stare molto attenti
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I dolcificanti e il loro risvolto

Il gusto dolce attiva il sistema di ricompensa del cervello e favorisce piacere. Di fonti di zucchero e dolcificanti ne troviamo ormai a piacimento ma bisogna stare molto attenti
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I dolcificanti e il loro risvolto

Il gusto dolce attiva il sistema di ricompensa del cervello e favorisce piacere. Di fonti di zucchero e dolcificanti ne troviamo ormai a piacimento ma bisogna stare molto attenti
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Il gusto dolce attiva il sistema di ricompensa del cervello e favorisce piacere. Di fonti di zucchero e dolcificanti ne troviamo ormai a piacimento ma bisogna stare molto attenti
È stato dimostrato che il gusto dolce attiva il sistema di ricompensa del cervello rilasciando dopamina, un neurotrasmettitore che favorisce la sensazione di piacere e soddisfazione. Per questo motivo assumere zuccheri porta a richiederne sempre ulteriori quantità, creando così un circolo vizioso di ricerca del ‘dolce’. È un processo meno intenso, ma simile a quello che avviene con l’assunzione delle droghe. Questo meccanismo è servito agli esseri viventi nel periodo ancestrale ed evolutivo per sostenere la richiesta energetica. Il desiderio di zucchero ne stimolava la ricerca e la sua assimilazione permetteva all’organismo di produrre l’energia anaerobica necessaria. Questa nell’uomo viene utilizzata prevalentemente per il funzionamento del cervello e dei muscoli. Oggi però non abbiamo più bisogno di ricercare fonti di zucchero nelle savane: ne troviamo a piacimento in ogni supermercato. Questo porta spesso a un consumo eccessivo che può avere effetti negativi sulla salute come obesità, diabete, malattie cardiovascolari. Sono state quindi prodotte molecole che possano dare lo stesso appagamento con uguale risposta sensoriale e psicologica a quella dello zucchero: gli edulcoranti artificiali a basso contenuto calorico. Da tempo però questi sono stati segnalati come rischiosi se consumati in eccesso. Alcune ricerche israeliane del 2014 hanno suggerito che i dolcificanti artificiali potrebbero influenzare negativamente la produzione dell’insulina da parte del pancreas, il che potrebbe avere effetti negativi sulla gestione del diabete e sulla predisposizione all’obesità. Alcuni studi del 2016, eseguiti all’Università di Sydney, hanno suggerito che l’uso di questi prodotti potrebbe aumentare la voglia di consumare cibi zuccherati portando quindi a un maggiore apporto calorico complessivo. Alcuni studi del 2022, sempre israeliani, hanno suggerito che l’uso di dolcificanti artificiali potrebbe inoltre influenzare negativamente la composizione del microbiota intestinale, che a sua volta potrebbe avere ripercussioni sulla salute generale e sul metabolismo. Come se non bastasse, sembra che ci possano essere anche effetti sulla salute mentale: alcune evidenze preliminari suggeriscono che l’uso eccessivo di dolcificanti artificiali potrebbe essere associato a un aumento del rischio di depressione, ansia e disturbi dell’umore. L’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) ha pubblicato quindi nel 2023 delle linee guida che sconsigliano l’uso di questi prodotti per il controllo dell’obesità. La raccomandazione si basa sui risultati di un’ampia revisione sistematica. Infine è notizia di questi giorni che l’Oms ha inserito l’aspartame, il più diffuso edulcorante artificiale, nell’elenco degli agenti potenzialmente cancerogeni (gruppo 2B). Le prove sono ancora limitate, ma significative per quanto riguarda il cancro al fegato. Lo riferiscono tre studi condotti negli Stati Uniti e in dieci Paesi europei. In sostanza però non cambia nulla rispetto alle indicazioni di questi ultimi anni. L’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa) aveva già stabilito dieci anni fa la dose giornaliera massima, che rimane tuttora la stessa: circa 3 grammi al giorno per un adulto di 70 chili. L’edulcorante dovrebbe forse essere considerato più un farmaco che un prodotto alimentare. Può essere di aiuto in alcune patologie come il diabete ma, visti gli effetti collaterali, dovrebbe essere somministrato sotto maggiore controllo medico.   di Massimiliano Fanni Canelles

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