L’espressione “pandemia dei non vaccinati” fotografa perfettamente ciò che sta avvenendo anche in Italia: ragione in più per non sottrarsi alla terza dose ed evitare il rischio di una quarta ondata come nell’Est Europa.
Lo aveva detto Figliuolo e lo confermano i dati dell’Istituto superiore di sanità: l’espressione “pandemia dei non vaccinati” fotografa ciò che sta avvenendo anche nel nostro Paese.
Le cifre di positivi, ricoveri e terapie intensive, aggiornate al 24 ottobre, raccontano come chi non ha completato il ciclo vaccinale abbia un rischio da 4 a 6 volte più alto di contagiarsi, e i dati sono ancora più esplicativi su ricoveri e terapie intensive. Chi non ha fatto il vaccino ha 20 probabilità in più di finire in ospedale di chi lo ha fatto se ha meno di 60 anni, 12 in più se ne ha meno di 80 e 8 in più se over 80. Stesso trend per quanto riguarda i ricoveri in area critica: dal 24 settembre allo stesso giorno di ottobre nessun under 60 vaccinato è finito in terapia intensiva, e anche per le fasce d’età più a rischio i vaccini proteggono dal rischio di contrarre la malattia in forma severa.
È innegabile che i contagi stiano risalendo, che la copertura diminuisca dopo un tot di mesi, che la stagione non sia favorevole: ragioni in più per non sottrarsi all’invito sulla terza dose, perché su questo si gioca la possibilità di tenere sotto controllo la quarta ondata che sta mettendo in ginocchio l’Est Europa, dove gli ospedali sono in forte sofferenza.
Tanto che il ministro Di Maio ha raccontato che alcuni Paesi chiedono di poter far arrivare i malati da noi. Ricordiamoci che un anno e mezzo fa eravamo noi in quella situazione. Cerchiamo di non tornarci più e di essere solidali come altri lo furono con noi.
di Annalisa Grandi
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