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Inutile ed equivoco consenso dei genitori

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Il nuovo disegno di legge, annunciato da Valditara, richiede il consenso informato dei genitori per le attività scolastiche su sessualità e affettività. Un ritorno al passato che rischia di produrre danni molto concreti

Inutile ed equivoco consenso dei genitori

Il nuovo disegno di legge, annunciato da Valditara, richiede il consenso informato dei genitori per le attività scolastiche su sessualità e affettività. Un ritorno al passato che rischia di produrre danni molto concreti

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Inutile ed equivoco consenso dei genitori

Il nuovo disegno di legge, annunciato da Valditara, richiede il consenso informato dei genitori per le attività scolastiche su sessualità e affettività. Un ritorno al passato che rischia di produrre danni molto concreti

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Per imparare a conoscere il proprio corpo, la sessualità e la prevenzione delle malattie sessualmente trasmissibili servirà l’autorizzazione di mamma e papà. Mercoledì scorso il Consiglio dei ministri ha approvato un disegno di legge che – fra diverse misure sulla scuola – comprende anche l’introduzione dell’obbligo per gli istituti di chiedere ai genitori il consenso per offrire a bambini e ragazzi corsi di educazione sessuale e affettiva.

Il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara ha disposto che le scuole dovranno condividere preventivamente con i genitori «il materiale didattico, le finalità e le modalità di svolgimento delle attività prodotte». E nel caso in cui questi non approvino le proposte dell’istituto, agli studenti dovrà essere offerta un’attività didattica alternativa. Insomma, un diritto diventa un lusso: ne godranno soltanto i ragazzi che hanno famiglie disponibili; agli altri resteranno i social, la pornografia, la Rete.

Una scelta che suona come un ritorno al passato e che rischia di produrre danni molto concreti: secondo l’Istituto superiore di sanità in Italia sono infatti proprio i ragazzi fra i 15 e i 24 anni a registrare l’incidenza più alta di infezioni sessualmente trasmesse, dalla sifilide alla gonorrea fino al papillomavirus e all’Hiv. «Siamo di fronte a una vera emergenza, ma non sembra esserci consapevolezza» ha scritto su X Matteo Bassetti, che dirige la Clinica di Malattie infettive dell’Ospedale San Martino di Genova: «Arrivano ragazzi giovanissimi con diagnosi che avranno conseguenze per tutta la vita e nessuno ha mai spiegato loro come proteggersi».

L’Italia è uno dei pochi Paesi europei a non avere un programma nazionale di educazione sessuale obbligatoria nelle scuole. Ci sono esperienze locali, progetti portati avanti da singoli istituti ma manca una strategia unitaria. In questo contesto introdurre l’obbligo di un consenso esplicito da parte dei genitori equivale di fatto a limitare l’accesso all’informazione. Di cosa parliamo quando parliamo di educazione sessuale? Non soltanto di sesso ma di rispetto, consapevolezza, prevenzione. Significa anche contrastare la violenza di genere, combattere gli stereotipi, ridurre le gravidanze indesiderate. Eppure nel dibattito pubblico l’educazione sessuale viene spesso ridotta a una caricatura: «lezioni di pornografia», «indottrinamento gender», «ideologia». Intanto fuori dalle aule la realtà avanza. La ‘strada’ – dove le generazioni precedenti imparavano il sesso fra pregiudizi, paure e racconti sbagliati – oggi ha nuovi nomi: TikTok, YouPorn, Instagram, Telegram. È lì che molti adolescenti cercano informazioni, modelli, risposte. Senza filtri né strumenti critici.

La proposta del governo sembra andare in direzione opposta rispetto a quanto indicano le principali autorità internazionali del settore. L’Organizzazione mondiale della sanità raccomanda da anni l’introduzione dell’educazione sessuale completa e obbligatoria nelle scuole come strumento per garantire il diritto alla salute, ridurre i rischi, promuovere l’uguaglianza di genere. L’Unesco sottolinea che i corsi di educazione sessuale non aumentano l’attività sessuale fra i giovani, ma la rendono più consapevole e responsabile. Il rischio è che la scuola italiana perda ancora una volta l’occasione di essere un luogo di crescita, libertà, consapevolezza.

Di Ilaria Donatio

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